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Martedì, 30 Aprile 2024
I dati

Gli italiani e i consumi: quanto tempo accendiamo condizionatore e termosifoni

Quasi la metà delle famiglie ha un impianto di raffrescamento dell'aria, il 28,5% di queste lo usa tutti i giorni nei periodi caldi. Nei mesi invernali invece le abitazioni sono riscaldate in media per otto ore e 33 minuti al giorno. Il rapporto dell'Istat

Quasi la metà delle famiglie italiane, per la precisione il 48,8%, dispone di un sistema di condizionamento in casa. Lo rileva l'Istat nel rapporto sui 'Consumi energetici delle famiglie - Anno 2021'. Le regioni in cui i condizionatori sono meno presenti sono (per ovvie ragioni) Valle d’Aosta (4,7%) e Trentino-Alto Adige (15,2%), ma la diffusione degli impianti di raffrescamento è generalmente sostenuta in tutte le aree del Paese: 51,2% nel Mezzogiorno, 49,1% al Nord e 44,2% al Centro. 

Il condizionatore viene usato più spesso nelle famiglie numerose

Secondo l'Istat il 28,5% delle famiglie dotate di condizionamento accende il sistema tutti i giorni o quasi (nei mesi caldi), il 35,3% qualche giorno a settimana, mentre un quarto delle famiglie (24,1%) lo utilizza solo occasionalmente o non lo utilizza mai. Sono le famiglie che abitano nei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti) non di montagna ad accendere il condizionamento con la maggiore frequenza (il 31% lo usa tutti i giorni o quasi), mentre le famiglie dei piccoli comuni di montagna lo usano con la frequenza minore (24%). Sulla frequenza di accensione sembrano influire anche alcune caratteristiche della famiglia, quali la numerosità e l’età dei componenti.

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L’utilizzo quotidiano aumenta al crescere del numero dei componenti, dalle famiglie con un solo componente (25,5%) alle famiglie con cinque componenti o più (31,8%). Se in famiglia c’è almeno un bambino fino a sei anni l’utilizzo quotidiano è più alto della media (33,5%); nelle famiglie monocomponente con un anziano (65 anni e più) raggiunge il 27,8% e tocca il minimo (23,6%) quando l’unico componente della famiglia ha meno di 65 anni.

Il metano fonte di riscaldamento per due terzi delle famiglie

Il report dell'Istat fornisce una panoramica piuttosto esaustiva dei consumi delgli italiani. Iniziamo col dire che il 98,6% delle famiglie vive in abitazioni dotate di sistema di riscaldamento e il 99,6% dispone di acqua calda sanitaria. Nel 2021, si legge nel documento, due terzi degli italiani si sono affidati al metano come fonte di alimentazione più diffusa, sia per il riscaldamento (68%) che per la produzione di acqua calda (69,2%).  L'impianto autonomo è indicato come prevalente dal 65,7% delle famiglie per riscaldare l'abitazione e dal 72,6% per l'acqua calda.

Riscaldamenti accesi oltre 8 ore e mezza al giorno

Secondo l'Istat le abitazioni degli italiani sono riscaldate in media per otto ore e 33 minuti al giorno. La durata di accensione giornaliera supera le 10 ore (10 ore e 25 minuti) al Nord-est, mentre è più bassa nelle regioni del Centro (sette ore e 18 minuti) e del Mezzogiorno (sei ore e 34 minuti). La durata dell’accensione è abbastanza uniforme per tipologia di comune e raggiunge il massimo (nove ore e otto minuti) nei comuni di montagna di piccole dimensioni (fino a 50mila abitanti).

Vi sono alcune differenze significative tra le tipologie familiari: la persona anziana che vive da sola ha l’orario medio di accensione massimo (nove ore e nove minuti) rispetto agli altri tipi di famiglie (otto ore e 26 minuti).

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Gli elettrodomestici presenti nelle nostre case

Quanto agli elettrodomestici frigoriferi e lavatrici sono presenti in quasi tutte le famiglie (99,5% e 97,3%). La metà delle famiglie (50,2%) possiede la lavastoviglie, il 15,2% l'asciugatrice e il 27,3% il congelatore esterno al frigorifero. Il 44,5% delle famiglie è dotato di più sistemi per il riscaldamento, tra impianti centralizzati, autonomi e apparecchi singoli, di diverso tipo e fonte di alimentazione. L'impianto centralizzato è più utilizzato nel Nord-ovest (34,4%), rispetto alle altre aree del Paese (14,9% nel Centro,14,2% nel Nord-est e 3,8% nel Sud e nelle Isole).

L'energia solare ha ancora un ruolo residuale

Per quanto riguarda le fonti di alimentazione rispetto al 2013 l'Istat registra un leggero calo generale di quelle tradizionali e non rinnovabili (metano, gasolio, GPL) a vantaggio dell'energia elettrica e delle biomasse. I sistemi alimentati a energia elettrica rappresentano l'8,5% dei sistemi di riscaldamento e il 16% per la produzione di acqua calda. Le biomasse alimentano il 15% dei sistemi di riscaldamento e il 5,5% dei sistemi di produzione di acqua calda; GPL e gasolio assumono un ruolo marginale. L'energia solare ha un ruolo emergente nella produzione di acqua calda, ma ancora residuale (1,4%).

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