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Lunedì, 29 Aprile 2024
I numeri del settore

Più della metà del lavoro domestico in Italia è ancora irregolare

I dati mostrano un tasso di irregolarità del 51,8% contro una media nazionale dell11,3%. Si registra anche un aumento degli italiani che svolgono questo lavoro

Il lavoro domestico in Italia? Un lavoro per stranieri (che rappresentano il 69,5% dei lavoratori) e donne (che sono l'86,4%), ma, soprattutto, per la maggioranza irregolare. A scattare la fotografia del settore è l'ultimo report dell'Osservatorio Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico), che si avvale anche di dati Inps per monitorare un settore diventato sempre più importante in Italia.

I numeri mostrano che il lavoro domestico presenta uno dei più alti tassi di irregolarità dei vari settori economici: 51,8% contro una media nazionale dell11,3%. 

L'irregolarità assume diverse forme: ci sono le cosiddette "zone grigie", ovvero quei rapporti di lavoro regolarizzati solo parzialmente: si ricorre a forme contrattuali flessibili o atipiche che tendono a dissimulare il reale rapporto di lavoro, oppure a contratti che coprono solo in parte le ore di lavoro effettivamente svolto.
Ci sono poi i casi di di sotto-inquadramento, ovvero tutti quei contratti stipulati con una qualifica inferiore rispetto a quella effettiva con l’obiettivo di pagare meno il dipendente.

Meno addetti al settore, soprattuto al sud: i nuovi trend

Tra i dati del reporti, emerge che in Italia i lavoratori domestici sono circa 900mila: un decremento del 7,9% rispetto al 2021, 80mila lavoratori domestici in meno. Ad essere in crescita è invece il numero di italiani che fanno questo lavoro, arrivati a rappresentare il 30,5% sul totale degli addetti. In alcune regioni la loro presenza, oltre ad essere forte, è anche maggioritaria: è il caso della Sardegna, dove gli italiani rappresentano l’82,2% dei lavoratori domestici.

Il calo degli addetti del settore - spiega Domina - è fisiologico e dipende in parte dalla fine degli effetti della “sanatoria” (la norma che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri) e in parte da una situazione di incrementi registrati nel biennio 2020-2021, legati a una maggiore regolarizzazione dei rapporti di lavoro durante la pandemia.

Ma il numero di lavoratori non diminuisce in modo uniforme Campania, Basilicata e Calabria sono le regioni che hanno registrato maggiormente gli effetti della fine della sanatoria, mentre altrove il calo è stato meno importante. Sempre in Sardegna, ad esempio, i lavoratori domestici sono diminuiti solamente del -1,9% rispetto al 2021.

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