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Lunedì, 29 Aprile 2024
Dieta mediterranea a rischio

Perché una bottiglia di olio d'oliva ormai costa quasi 10 euro

È uno degli alimenti simbolo dell'alimentazione mediterranea, ma il rischio è che diventi presto un lusso. Da mesi l'olio d'oliva, specialmente se extravergine, fa registrare aumenti record. Colpa del cambiamento climatico e di una produzione europea sempre più in crisi

Dall'oro nero all'oro verde. Il prezzo dell'olio d'oliva continua a salire da mesi. E così uno dei prodotti tipici della nostra dieta rischia di trasformarsi in un prodotto di lusso. Secondo l'ultimo studio di Unioncamere il suo costo all'ingrosso fa registrare oggi un aumento del 17% rispetto allo scorso mese di giugno e addirittura del 73% se comparato allo scorso anno. Rincari che poi si scaricano sui consumatori finali che si vedono costretti a spendere fino a 10 euro per una comune bottiglia di olio extra-vergine di oliva. Ma per cercare le cause degli aumenti record dobbiamo mettere il naso fuori dal nostro cortile di casa. 

Cosa c'entra il cambiamento climatico e perché la Spagna è importante 

L'Unione Europea ha il primato mondiale della produzione mondiale di olio d'oliva. Ma non è certo un primato condiviso da tutte le nazioni che la compongono. Quasi la totalità della produzione è concentrata nelle regioni del Sud Europa: tra queste la Spagna copre oltre il 60% del totale come è intuibile guardando il grafico sotto. 

La Spagna è, nella fattispecie il più grande produttore mondiale di olio d'oliva davanti a Italia, Grecia e alcuni paesi del Nordafrica (Marocco e Tunisia) e Medio Oriente (Turchia).

Il problema è che la produzione spagnola è calata nel corso del 2022 di più del 50% alterando di fatto le dinamiche dei prezzi anche da noi. Ma del resto cali importanti si sono verificati anche in Italia (-27%) e in Portogallo (-39%) con il solo dato in controtendenza della Grecia. E la causa è una sola: il cambiamento climatico e l'allerta siccità che ha falcidiato il Sud Europa nel corso dell'anno appena trascorso e nel corso del 2023. 

Il 2022 in Spagna è stato l'anno più caldo di sempre, solo nel mese di luglio sono morte oltre 2mila persone per le temperature record. E, sempre nel corso dell'anno appena passato, le riserve idriche di Spagna e Italia hanno fati registrare una flessione record. Tutto ciò si è ripercosso enormemente sull'agricoltura e, in particolare, sulla produzione di olio d'oliva. 

Raschiando il barile: cosa succede quando finiscono le scorte

La parola da imparare è: "cascola". In presenza di parassiti, come ad esempio la mosca delle olive (Bactrocera oleae) o di forti stress termici, come i periodi di caldo record e siccità sopracitati o forti sbalzi climatici, il raccolto è spesso inferiore per la caduta precoce dei frutti. Nel caso di caldo record inoltre non è infrequente trovare olive di fatto "bruciate", ovvero così raggrinzite che sono di fatto inadatte a trasformarsi in olio. 

Problemi che hanno falcidiato anche la produzione del nostro Paese con la sola Umbria che si è vista ridurre la produzione di olio del 50% nel 2022, e il consorzio toscano Igp che prevede per il 2023 una flessione del -25% sulla produzione. 

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E quando la produzione cala drasticamente, come avvenuto nel 2022, si attinge alle scorte, un po' come avviene anche per il mercato degli idrocarburi. Il problema si crea quando si succedono più annate critiche e non si riesce più a supplire alla domanda: è esattamente quello che sta avvenendo. Gli spagnoli hanno di fatto quasi esaurito le scorte d'olio e i prezzi, secondo gli operatori, sono purtroppo destinati a salire ancora. In più ci sono Paesi, come la Turchia che hanno deciso di bloccare le esportazioni di olio per limitare gli aumenti a casa propria che rendono lo scenario ancora più complicato. 

Se l'olio extravergine di oliva diventa un lusso 

Il rischio è quello di considerare presto come lusso uno dei prodotti più tipici della nostra tavola: l'olio extra-vergine di oliva. Le sue quotazioni sfiorano i 10 euro al litro in Spagna e 9 euro in Italia, con rincari che in Italia superano il +130%. Ma cosa è questa tipologia d'olio e perché è più pregiato degli oli comuni?

andalusia-uliveti_pixabay

L'olio extravergine d'oliva è estratto solo con procedimento meccanico (non vengono quindi utilizzati solventi) e ha un grado di acidità oleica inferiore allo 0,8%. Presenta delle caratteristiche organolettiche che vanno scrupolosamente rispettate. È la tipologia di olio d'oliva più pregiata ed è considerato uno dei condimenti migliori, anche per il suo equilibrio lipidico. 

Il punto è che il suo prezzo, anche per i costi di produzione generalmente più alti, è destinato molto probabilmente a salire nel corso dei prossimi mesi. E i prezzi potrebbero orientare i consumatori verso il consumo di oli meno pregiati, ma dai costi decisamente inferiori. 

I produttori lamentano poi anche un altro aspetto critico: quello dello sviluppo incontrollato di alcuni parassiti generati dalle temperature anomale. Un ulteriore aspetto che rende sempre più difficile la produzione di uno degli alimenti simbolo della cucina mediterranea. L'ennesimo effetto perverso di un clima ormai cambiato irreversibilmente con cui incominciamo, nemmeno troppo lentamente, a fare i conti. 

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