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Sabato, 27 Aprile 2024
Pensioni amare

Perché sulle pensioni potrebbero esserci presto cattive notizie in arrivo

I criteri per andare in pensione saranno gli stessi fino al 2026, ma già dall'anno successivo cambieranno i requisiti anagrafici. Ecco i possibili scenari

Non ci sarebbero buone notizie per i lavoratori italiani. E se, per un po' si potrà stare tranquilli, l'anno zero sarà il 2027. Sì, perché dal 1°gennaio di quell'anno i requisiti anagrafici per andare in pensione potrebbero cambiare. E gli scenari non sembrano sereni. Il fantasma si chiama sempre "squilibrio demografico" un fenomeno che provocherà il pensionamento di molti lavoratori tra il 2024 e il 2026, a fronte di poche immissioni nel mondo lavorativo. Uno squilibrio del quale potrebbero risentire anche le casse dell'Inps e che potrebbe comportare dei cambiamenti nell'età e nei requisiti per andare in pensione. Vediamoli nel dettaglio. 

Come potrebbero cambiare i requisiti per le pensioni "ordinarie" 

Il primo parametro da tenere sott'occhio, quando si parla di pensioni, è l'indice di vita media. Più la vita si allunga, più si allunga parallelamente l'età lavorativa. Tutto ciò avviene per garantire un equilibrio tra entrate e uscite previdenziali.

Ma, da quel che sappiamo, questo non è un parametro che dovrebbe incidere troppo. La pandemia ha infatti accorciato la vita media mondiale, e anche quella degli italiani. E i parametri per accedere alle pensioni dovrebbero rimanere congelati fino a fine 2026. Le cose potrebbero però cambiare a partire dal 2027. E secondo le indiscrezioni a risentirne potrebbero essere tutte le tipologie pensionistiche.

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I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, ad esempio, potrebbero essere alzati di tre mesi. Non basterà più quindi l'aver compiuto i 67 anni, ma l'età potrebbe essere portata a 67 anni e tre mesi. Analogamente anche l'età per le pensioni anticipate potrebbe verosimilmente raggiungere i 43 anni e un mese per gli uomini (dagli attuali 42 anni e dieci mesi) e i 42 anni e un mese per le donne (dagli attuali 41 anni e dieci mesi). 

Il nodo delle pensioni anticipate contributive: ecco come potrebbero cambiare 

Variazioni simili si potrebbero riscontrare però anche sul fronte delle pensioni contributive. In questo caso le variazioni potrebbero non essere minime. La pensione anticipata contributiva è oggi fissata a 64 anni e 20 di contributi, ovviamente a una condizione. Ovvero che la misura della rendita risulti non inferiore a 2,8 volte l'assegno sociale, cioè a circa 1.603,23 euro lordi.

La beffa sulle pensioni è dietro l'angolo

Anche in questo caso però, le cose potrebbero cambiare. Come? Con l'allungamento dei termini per accedere alla pensione. Lo prevede la scorsa legge di bilancio che ha adeguato l'allungamento dell'aspettativa di vita anche nel caso delle pensioni contributive. I contributi potrebbero così passare da 20 anni di contributi a 20 e 3 mesi (o due mesi nelle previsioni più ottimistiche). 

Quello che è certo però è che l'età per andare in pensione continuare ad aumentare e che gli "scivoli" costano non poco alle casse dello Stato. E sui conti pubblici italiani non tirano certo venti di libeccio. Un'altra ragione per non stare esattamente tranquilli. 

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