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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

"Ci pagano le pesche 40 centesimi al chilo, è inaccettabile": l'amarezza degli agricoltori

Il costo lievita lungo la filiera fino a triplicare per i consumatori: a rilevarlo è Coldiretti Padova, che evidenzia anche un aumento dell'11,1% dei prezzi della frutta

Solo 40 centesimi per un chilo di pesche, circa un euro per le albicocche. Tanto viene pagata la frutta ai coltivatori di Pernumia e dintorni, nel Padovano, dove ci sono quasi 150 ettari coltivati a pesche e nettarine che generano un fatturato di circa 1,5 milioni di euro e danno lavoro ad alcune decine di aziende agricole. "È proprio il caso di dire che piove sul bagnato, visto il clima di questi giorni" dice con amarezza Alessandro Bertin di Pernumia, giovane imprenditore agricolo che insieme ad un socio coltiva pesche in una delle zone più vocate della provincia per questo tipo di frutto.

"Disponiamo di un prodotto di qualità che però ci viene pagato meno di quel che ci costa, appena 40 centesimi al chilogrammo, mentre poi assistiamo alla classica moltiplicazione dei prezzi lungo la filiera, un fenomeno accentuato in queste settimane dall’effetto Coronavirus che ha portato ad un generale aumento di quanto pagato dal consumatore. Ma a noi agricoltori restano, come sempre, pochi spiccioli che a malapena ci consentono di recuperare le spese". 

Secondo Coldiretti Padova il prezzo della frutta lievita lungo la filiera, fino a triplicare per i consumatori. E poi ci sono i rincari: quest’anno la frutta è aumentata dell’11,1% per effetto del clima pazzo, a partire dal lungo periodo di siccità che ha sconvolto i raccolti e del coronavirus che ha ridotto le disponibilità sui mercati.

"È inacettabile essere pagati così poco"

Ma i produttori assicurano che il problema non è a monte. "Sul fronte climatico abbiamo avuto dei problemi in primavera con la lunga siccità mentre è ancora concreta la minaccia della cimice asiatica che rovina il raccolto. Abbiamo lavorato sodo e sostenuto spese per garantire in ogni caso una buona disponibilità di pesche e nettarine di qualità, nel pieno della stagione in cui aumenta la richiesta di frutta fresca, è inaccettabile che i nostri prodotti ci vengano pagati così poco".

Dello stesso tenore anche l’esperienza di un altro produttore, Gianni Bertaiola, che per recuperare parte del reddito e valorizzare la qualità dei propri prodotti ha scelto di vendere le pesche direttamente al consumatore, attraverso la rete dei Mercati di Campagna Amica, frequentati ogni settimana da migliaia di padovani.

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Coldiretti: "Saltare la filiera"

Osserva Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: "Attraverso la rete di Campagna Amica gli agricoltori possono saltare i passaggi della filiera e raggiungere direttamente i consumatori, i quali hanno l’opportunità di acquistare prodotti freschi e di stagione ad un prezzo onesto, senza distorsioni o speculazioni. In un momento difficile per l’economia e l’occupazione il consiglio della Coldiretti è di acquistare prodotto italiano e in particolare prodotti locali, come consiglia la nostra campagna #mangiaitaliano. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che è obbligatoria per la frutta e verdura ma è anche importante intensificare i controlli per combattere frodi, inganni e speculazioni. Attraverso la rete di Campagna Amica mettiamo facciamo incontrare produttori e consumatori, nel segno dell’origine, della stagionalità e della sicurezza dei prodotti del territorio".

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