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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista / Catania

"Sì, prendo il reddito di cittadinanza: non posso più lavorare per 500 euro al mese"

Paola (nome di fantasia) ha cominciato a lavorare a 15 anni. Ora che ne ha quasi 40 non vuole più accettare contratti precari o offerte in nero. E racconta di come il mondo del lavoro sia ancora ostaggio di pregiudizi e discriminazioni

Paola (nome di fantasia) ha cominciato a lavorare a 15 anni. Oggi ne ha quasi 40 e nonostante si sia data parecchio da fare non è mai riuscita a ottenere un contratto che le garantisse condizioni di sicurezza economica. E allora 10 mesi fa ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. È ancora alla ricerca di un lavoro, ma non può più permettersi di accettare paghe da fame. Trovare un impiego stabile e ben pagato (o quanto meno pagato decentemente) non è facile, soprattutto in un mondo che sconta ancora vecchi pregiudizi. E dire che Paola di esperienza ne avrebbe: dall'abbigliamento alla ristorazione, in quasi 25 anni di lavoro ha fatto un po' di tutto, arrangiandosi come poteva. In un contesto così asfittico e arido di certezze, il reddito di cittadinanza le permette se non altro di guardarsi attorno con più tranquillità.

"Il lavoro lo cerco", dice a Gabriele Patti, giornalista di CataniaToday, "ma ci sono solo offerte economiche nettamente inferiori a quanto mi assicura il reddito di cittadinanza". Non che l'importo del sussidio sia faraonico, intendiamoci. "Prendo circa 700 euro al mese", racconta. "Le cose talvolta stanno diversamente rispetto a quanto immaginiamo" dice Paola, "spesso siamo costretti ad accettare lavori in nero e talvolta mi rimandano a casa al primo sguardo". 

Le discriminazioni

Paola propende per l'idea che, nel suo caso, a contribuire alla mancata assunzione non siano le competenze o il merito, ma piuttosto l'orientamento sessuale. Sì, perché Paola è omosessuale. "Quando mi presento alla maggior parte dei colloqui spesso basta solo come sono vestita o il mio modo di parlare a convincere il recruiter a non considerarmi". Una circostanza che, al netto dei pregiudizi a cui Paola è ormai abituata, si rivela una perdita di tempo. "Infatti ho deciso di mettere la foto nel curriculum così non mi chiamano più inutilmente" dice sconsolata. Non sempre in sede di colloquio le capacità vengono apprezzate. "Ho avuto più esperienze come barista e, non per vantarmi, ma sono davvero brava, quando però mi sento dire che devo necessariamente indossare una minigonna per lavorare, vado via perché per me sarebbe una mancanza di professionalità". 

"Il reddito di cittadinanza? Posso prelevare 100 euro, preferirei lavorare"

Discriminazioni e irregolarità, queste ultime, che costituiscono solo alcuni dei motivi per i quali molti fruitori del reddito di cittadinanza non riescono a trovare un lavoro. "Non siamo tutti fannulloni, tanti sono disponibili a lavorare - dice Paola -, io del reddito di cittadinanza posso prelevare solo cento euro, gli altri sono vincolati alla spesa o all'affitto, ma le bollette le devo pagare in contanti perché sono intestate al proprietario di casa e la disponibilità dei contanti non è sufficiente".  Per questo Paola ha tutto l'interesse a trovare un lavoro che se da una parte potrebbe ridurre o azzerare il contributo, dall'altra la renderebbe più libera di gestire le proprie risorse economiche. "Ma a quarant'anni non posso più permettermi di accettare 500 euro al mese". 

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