Pronto soccorso chiusi, ambulanze lumaca: così si muore nell'Italia dei tagli
Strutture e mezzi per il pronto intervento soffrono per i tagli alla sanità. Scende il numero dei pronto soccorso e la riduzione dei mezzi si riflette anche sul tempo medio d’intervento delle ambulanze: così la rete dell'emergenza è al collasso
In soli quindici anni, la mannaia dei tagli ha ridotto drasticamente le strutture e i mezzi per l’intervento nel nostro Paese. L'Italia delle emergenze è in emergenza. Tra Dea - Dipartimenti d'emergenza e accettazione - e pronto soccorso il crollo è stato del 20% dal 2003 al 2013 (fonte ministero della Salute), arrivando a toccare il 28% nel 2015 (fonte Anaao-Assomed), le ambulanze attrezzate per gli interventi più critici sono nettamente diminuite e, nei piccoli centri, in caso d’incidente le forze dell’ordine non sempre sono disponibili, complici i tagli recenti alla polizia stradale.
A lanciare l’SOS soccorsi è il mensile "Quattroruote" che, nel numero di giugno, fotografa il declino allarmante che si è verificato in quasi tutte le regioni. Secondo il mensile di Editoriale Domus, in edicola il prossimo 26 maggio, il numero dei pronto soccorso e dei Dea (dipartimenti di emergenza-urgenza e accettazione) tra il 2003 e il 2015 (fonte Anaao-Assomed) è sceso ulteriormente al 28% al livello nazionale, con 168 unità soppresse.
Certo, non è così dappertutto. La Lombardia e la Toscana hanno registrato un leggero potenziamento della rete di emergenza con un aumento rispettivamente di sei e nove unità, ma in alcune aree i tagli sono stati pesanti. È il caso del Veneto che ha subìto una riduzione del 47% (in pratica, ha dimezzato la propria rete, portandola da 92 centri a 49), delle Marche (-44%, da 48 a 27), del Molise (-40%, da 10 a 6), della Puglia (-36%, da 75 a 48) e del Friuli (-29%, da 28 a 20).
Anche sul fronte dei mezzi di pronto intervento le cose sono andate peggiorando: se nel 2003 in Italia circolavano (a parte i mezzi delle organizzazioni di volontariato) 2.373 ambulanze, 906 delle quali per il soccorso di base, 1.172 per quello avanzato e 295 unità mobili di rianimazione (ovvero veicoli super attrezzati), nel 2013 risulta maggiore il numero delle ambulanze semplici (1.189), ma nettamente inferiore quello dei mezzi avanzati (712, -39%) e attrezzati per la rianimazione (224, -24%).
Col risultato che i veicoli a disposizione, in media, si sono ridotti del 10%: a livello regionale, le situazioni peggiori si registrano in Lazio (da 138 a 73), Calabria (da 54 a 28) e Marche (da 82 a 48). Segno positivo, invece, in Liguria (da 35 a 86) e Sardegna (da 73 a 80). La riduzione dei mezzi si riflette anche sul tempo medio d’intervento dei veicoli di soccorso, che è di 18 minuti: un dato sì migliorato (di tre minuti) negli ultimi quindici anni, ma estremamente variabile a seconda delle zone del Paese. Si va, infatti, dagli otto minuti del Trentino Alto Adige ai 33 minuti in Basilicata. Differenze che possono rivelarsi fatali in caso di incidenti stradali.