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Lunedì, 29 Aprile 2024
Dopo lo stop alla cessione dei crediti

Per avere il superbonus serve un super stipendio

Si allontana l'ipotesi di allungare da 4 a 10 anni il periodo per recuperare la detrazione. Un problema per quei contribuenti che non hanno la capienza Irpef necessaria per ottenere il rimborso pieno

Sembra sfumare l'ipotesi di allungare da 4 a 10 anni il periodo per recuperare la detrazione del superbonus. Al momento il governo ha bloccato la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi e ha ridotto l'agevolazione al 90%. Misure necessarie, hanno spiegato dal ministero dell'Economia, "per mettere in sicurezza i conti dello Stato, perché il meccanismo ha generato 120 miliardi di debito maturato". È un fatto tuttavia che l'impossibilità di accedere alla cessione del credito danneggerà soprattutto quei contribuenti che non hanno la capienza Irpef necessaria per beneficiare dello sconto in misura piena.

Aggiornamento importante: il governo ha annunciato che ci sarà la possibilità di spalmare le detrazioni in 10 anni

Superbonus: la capienza fiscale per ottenere il rimborso pieno

Di cosa parliamo? In sostanza, chi oggi anticipa i soldi della ristrutturazione può recuperare il 90% di quanto speso in 4 quote annuali di pari importo, il tutto però entro i limiti delle imposte pagate dallo stesso soggetto. Esempio: se abbiamo effettuato lavori per 100mila euro, avremo diritto a 90mila euro di rimborso. Soldi che ci verranno restituiti nell'arco di quattro anni con rate da 22.500 euro ciascuna.

Dal momento che si tratta di una detrazione, questa somma andrà sottratta al totale dell'Irpef versata. Che però, nel caso della maggior parte dei redditi, non basta a coprire la capienza annuale del rimborso. Per farla breve: se un contribuente paga 5mila euro all'anno di Irpef potrà ottenere un "indennizzo" non superiore a questa cifra. Nel caso del superbonus tuttavia i lavori hanno ben altri importi. Stando ai dati Enea, ad esempio, la spesa media per i lavori sugli edifici unifamiliari (le così dette "villette") è di circa 113mila euro: se consideriamo un'agevolazione del 90%, il rimborso sarà di oltre 25mila euro annui. In questo caso specifico per ottenere la restituzione di tutto l'importo spettante dovremmo avere un reddito di circa 75mila euro, altrimenti recupereremo solo una parte di quanto speso (a seconda, appunto, della nostra capienza Irpef).

È evidente che se il credito venisse spalmato in 10 anni, le cose cambierebbero. Nel caso che abbiamo preso in esame (113mila euro di lavori e quasi 102mila di rimborso) la somma da portare in detrazione si abbasserebbe a circa 10mila euro all'anno. Che in ogni caso continuano a essere molti soldi. La possibilità di sfruttare appieno il bonus dunque dipende sia dall'ammontare delle spese per i lavori che dalla capienza fiscale del soggetto. D'altra parte è anche vero che con il meccanismo della cessione del credito il costo della misura era esploso a tal punto da diventare un rischio per le casse pubbliche e la decisione del governo di cambiare registro deriva dalla necessità di salvaguardare i conti. 

Gli emendamenti al decreto superbonus sono ora al vaglio della commissione Finanze della camera che riprenderà a lavorare da lunedì. La fruizione in dieci anni sarà possibile per banche e imprese che hanno acquistato i crediti. 

Aggiornamento importante. Contrariamente a quanto riportato nell'articolo, il governo ha annunciato che anche per i cittadini ci sarà la possibilità di spalmare le detrazioni in 10 anni anziché 4 utilizzando così maggior spazio fiscale su più annualità. Lo ha annunciato il sottosegretario all'economia Federico Freni in una pausa dei lavori della commissione Finanze. "La stiamo depositando", ha detto Freni in riferimento alla modifica, puntualizzando che comunque le persone interessate rappresentano "numeri residuali". 

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