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Domenica, 28 Aprile 2024
Film al Cinema

Io sono l’abisso, Donato Carrisi e l’origine del male

Arriva nei cinema il 27 ottobre distribuito da Vision Distributio, il terzo film diretto da Donato Carrisi e tratto dall’ultimo dei suoi best seller

Donato Carrisi si rimette dietro la macchina da presa per realizzare il terzo film tratto da uno dei suoi libri. Il regista scrittore ci porta a scavare a fondo sull’origine del male e sulla genesi di un mostro, e chiede che i suoi personaggi che non hanno nome nemmeno nel romanzo, siano identificati solo come ‘la cacciatrice di mosche’, ‘l’uomo che pulisce’ e ‘la ragazza con il ciuffo viola’. Una scelta artistica che garantisce la totale immersione in questa storia buia, sin dalla prima inquadratura.

Io sono l’abisso: la trama 

‘L’uomo che pulisce’ sa che i rifiuti non mentono. Tra quello che la gente getta via si annida l’essenza della vita, le abitudini, i desideri, le necessità. E’ proprio frugando tra i rifiuti che lui sceglie le sue vittime: tutte donne, tutte sopra i 60 anni, con una vita sbandata e al margine e completamente sole. Siamo in un piccolo centro sul lago di Como, in una provincia livida, silenziosa, spettrale, dove sotto la placidità apparente germina la violenza e il male.

Il male è proprio ‘L’uomo che pulisce’, ma anche l’aguzzino della ‘ragazza con il ciuffo viola’ a cui il mostro, fortuitamente, salva la vita innescando l’inizio di un rapporto che spingerà lo spettatore a cambiare più volte prospettiva sulla storia a cui sta assistendo, e che solo ‘La cacciatrice di mosche’, una donna distrutta da un dolore che la rende insonne paladina delle donne a rischio di subire violenza, intuirà essere fondamentale, per lo smascheramento del mostro.

Il trailer

Io sono l’abisso, dentro la mente di un serial killer

Il terzo film (dopo La ragazza nella nebbia e L’uomo nel labirinto) che Donato Carrisi trae dai suoi thriller tanto amati dal pubblico, ci accompagna per mano davvero in una discesa agli inferi, giù nell’abisso di un animo umano violato nel momento in cui era più indifeso, per mano di chi avrebbe dovuto proteggerlo. Lo stesso inferno che lo divora da dentro e lo rende uno spietato boia di vittime innocenti, scelte in serie, tutte con determinate caratteristiche, nella speranza di uccidere quello stesso demone che lo ha reso dannato.

Ma il Male nel film di Carrisi non è solo incarnato da “L’uomo che pulisce”, è qualcosa che pervade ogni angolo di una società, quella di un piccolo centro sul lago di Como, apparentemente tranquilla e in realtà indicibilmente lacerata, che annienta l’umanità che la vive e produce mostri come il serial killer che, a un certo punto, diventa ‘l’ eroe’. L’incrocio delle vite dei tre protagonisti e il suo sviluppo imprevedibile, propone al pubblico un salto mortale emotivo, gli richiede uno sforzo per capovolgere un punto di vista comodo e rassicurante, pretendendo una capacità di guardare non solo dentro, ma oltre il baratro dell’orrore. Un baratro in cui ci ritroviamo a fare i conti con le nostre certezze e le generali responsabilità di esseri sociali parte di una comunità che non è più capace di essere tale e di proteggere le uniche vittime davvero innocenti che questa storia cupa individua: i bambini e i ragazzini, germogli di esseri umani che hanno ancora la possibilità di diventare diversi, ma che, se abbandonati dal cinismo e dalla solitudine di chi li circonda, non potranno evitare il destino di continuare ad alimentare il cerchio del male, senza riuscire a spezzarlo.

Carrisi propone sul grande schermo una trasposizione fedele del suo thriller, riuscendo a riprodurne tutte le cupe suggestioni e a rendere chiaro anche nella forma cinematografica il messaggio a tratti disturbante e sfidante dietro la figura del suo spietato e folle serial killer.

Voto:7

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