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Sabato, 27 Aprile 2024
Film al Cinema

Al cinema l’horror Piove: l’oscurità della violenza umana attraverso un dramma familiare

Presentato ad Alice nella città nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2022, il nuovo film di Paolo Strippoli prende forma in una Roma sommersa dalla pioggia e dal sangue

Al cinema dal prossimo 10 novembre, Piove è il nuovo film firmato da Paolo Strippoli. Il regista pugliese, alla sua opera seconda in solitaria dopo il successo A Classic Horror Story co-diretto nel 2021 con Roberto De Feo, aggiunge un tassello importante alla sua carriera consolidando delle solide tinte horror e aggiungendo un dramma familiare più intimo come epicentro della violenza. Il film – vietato ai minori di 18 anni – è una produzione italo-belga con sceneggiatura scritta da Strippoli con Gustavo Hérnandez e Jacopo Del Giudice, vincitore del Premio Solinas 2017 proprio con questo soggetto. Protagonista della pellicola è Fabrizio Rongione, pupillo in Belgio dei fratelli Dardenne dai tempi di Rosetta del 1999.

Piove, la trama del film

La morte di Cristina ha cambiato per sempre la famiglia Morel, non solo fisicamente – con la piccola Barbara (Aurora Menenti) costretta sulla sedia a rotelle e con la cicatrice sul volto di Enrico (Francesco Gheghi), testimonianze di quella tragica notte dell’incidente – ma anche psicologicamente, con il papà Thomas (Fabrizio Rongione) che, rimasto vedovo, non riesce più a parlare al figlio ed è stremato dalla fatica per aiutare e pagare le cure alla figlia. Il dolore per la perdita ha creato in famiglia un senso di mancanza e di angoscia oscuri quasi quanto la Roma degli ultimi giorni, dove piove incessantemente e si susseguono degli episodi di violenza in tutta la città, come continuano a riportare i telegiornali. In questi giorni di pioggia nella capitale, inoltre, dai condotti e dai tombini proviene uno strano vapore, emanato da una melma grigia i cui fumi sembrano proprio portare la gente a liberare tutta la propria rabbia repressa e scatenare letali conseguenze.

Il trailer

Horror coi giusti tempi e i giusti spazi

Piove ricorre a un meccanismo consolidato del cinema horror: il suo impianto oscilla infatti tra due dimensioni, quella del male e della violenza da un lato, quella familiare e personale dall’altro. A questo dispositivo horror si aggiunge poi il parallelismo che lega la due parti, quello con la società. A fare da allegoria del male è una strana melma nera che contamina le fogne di Roma, e la scelta di un indefinito elemento naturale – un po’ alla Nebbia di Stephen King (di cui, in generale, sono palpabili numerosi echi) – non è inedita, ma funziona particolarmente bene in una pellicola sanguinosa ma dal taglio anche molto intimo.

La storia dei Morel si prende infatti il suo giusto spazio, costruendo ragionevolmente dei personaggi “affaticati” dalla vita dopo la perdita di Cristina: Thomas lavora giorno e notte ed è sull’orlo del collasso, Enrico non va più scuola e passa le sue giornate alla ricerca del brivido del pericolo o da una prostituta, la piccola Barbara sembra non riuscire più ad alzarsi, quasi a simboleggiare questo crollo familiare. Il fenomeno più paranormale prende poi piede col giusto ritmo e, soprattutto, senza mai cadere nel didascalico, mostrando apertamente questo o quel parallelismo. Piove lascia “parlare” tanto i silenzi e costruisce sapientemente il sangue che scorrerà in una bella Roma oscura, fumante, sommersa dalla pioggia e dalla violenza. Quest’ultima, sfortunatamente – almeno in Italia – ha portato alla censura VM18, complicando non poco la diffusione e mettendo a repentaglio la riuscita economica e di successo della pellicola. Al di là di questa scelta probabilmente discutibile (non è escluso un dietrofront), Piove va comunque premiato.

Al netto di alcuni difetti (soprattutto nello sviluppo narrativo ad “atti”, a tratti zoppicante e prevedibile) la tridimensionalità dei personaggi, la Roma griga, la costruzione dell’escalation di violenza e sangue e soprattutto l’assenza di scambi didascalici fanno di Piove un film solido, che aggiunge un tassello importante al rilancio dell’horror nostrano che va sempre incoraggiato.

VOTO: 6,5

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