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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Rido perché ti amo, una favola romantica contemporanea che non convince

Esce il 6 luglio nelle le sale, distribuito da Medusa, il nuovo film di Paolo Ruffini

Paolo Ruffini torna alla regia, e davanti alla telecamera, con il nuovo film , “Rido perché ti amo”, in uscita nei cinema il 6 luglio. Come per tutti gli altri titoli italiani ed europei, fino a settembre, il pubblico potrà acquistare il biglietto al prezzo scontato di 3,50€, per assistere alla proiezione di questa storia d’amore con accenti favolistici che vede protagonisti Nicola Nocella nei panni di Leo, pastry chef di fama mondiale ma che rischia di perdersi qualcosa di più importante del successo e Barbara Venturato, nei panni della sua fidanzata e promessa sposa Amanda. Intorno a loro si muovono i personaggi di amici e conoscenti, interpretati da: Dafne Scoccia, Greg, Loretta Goggi, Enzo Garinei (al suo ultimo film), Giulia Provvedi, Herbert Ballerina e dallo stesso regista nel ruolo del cinefilo Ciro Esposito, il migliore amico di Leo.

Rido perché ti amo, la trama

Leopoldo e Amanda sono fidanzati da sempre, cioè da quando, alle scuole elementari, si sono promessi amore eterno, grazie alla determinazione di lui che era riuscito a conquistare il cuore della bambina a forza di dolci pensieri e dolci leccornie. Dopo 25 anni Leo e Amanda stanno ancora insieme, e all’inizio del film li ritroviamo intenti nei preparativi del loro matrimonio, fissato nel giorno di San Valentino. Leo ormai ha dato sfogo alla sua passione innata per i dolci che gli ha regalato un lavoro in cui è stimato e conosciuto, Amanda invece è una ex ballerina che, appese le scarpette al chiodo, si dedica all’insegnamento della danza e alla coreografia. Anche Amanda ha talento e viene notata nientemeno che dall’Opera di Parigi che le propone un contratto. Purtroppo la data dell’impegno proposto coincide con quella del grande giorno, e quando Amanda ne parla al fidanzato ha già deciso di declinare l’offerta. Lui invece, non sembra affatto contrariato all’idea di spostare la data del matrimonio e questo disorienta la fidanzata che, tirate le somme, decide di lasciarlo e volare a Parigi. Solo a quel punto Leo si rende conto di quanto sia importante Amanda nella sua vita e farà di tutto per riconquistarla, con l’aiuto di amici fidati e di un quaderno di 25 anni prima, che lo aiuterà a ritrovare quel bambino che era riuscito a far innamorare la donna della sua vita.

Rido perché ti amo, una buona idea di partenza che si perde nella realizzazione

Una favola romantica contemporanea, ambientata in un centro di provincia in cui tutti conoscono tutti e in cui il protagonista sarà chiamato a ritrovare il bambino che è dentro di lui, abbandonato nell’età adulta e che, solo, potrà salvarlo da una vita piena di successi, ma che rischia di non essere esattamente quella che aveva sognato.

Il bambino che eri non si vergogni dell’adulto che sei.” La celebre frase di Antoine de Saint Exupery in apertura di film mette subito le carte in tavola, dichiarando l’intenzione del regista: farci riflettere su quanto l’età adulta, con i suoi doveri e i suo condizionamenti, ci porti lontano spesso dalla nostra essenza e dall’essenza dei nostri desideri più puri e sinceri, che sono quelli che manifestiamo da bambini.

Leopoldo bambino desiderava solo stare con la sua Amanda, conquistarne il cuore e condividere con lei giornate e avventure. Leopoldo adulto è un pastry chef di fama internazionale, in carriera, che pensa solo ad alimentare il suo successo, e quello che era il suo obiettivo principale venticinque anni prima, lo dà per scontato e lo tiene in secondo piano. Finché quella persona che ha fortemente desiderato fino a conquistarla e poi iniziato a trascurare, decide che è ora di andare oltre, perché quel bambino di cui si è innamorata non c’è più, fagocitato dai doveri, dalle aspettative e dai condizionamenti sociali.

Solo allora Leo si renderà conto di cosa stia perdendo e andrà alla ricerca del suo bambino interiore per farsi perdonare, farsi riabbracciare e riattingere alle sue risorse di spontaneità, entusiasmo e purezza che sembrano ormai perse da tempo. Un viaggio dentro se stesso che si svolge in un piccolo centro di provincia, anzi quasi tutto intorno a una piazza, dove Leo ha il suo ‘atelier’ di pasticceria e dove si affacciano i negozi di altri amici, a iniziare dal noleggio di home video di Ciro, migliore amico di Leo che lo spinge a ritrovare se stesso per ritrovare Amanda, lo shop della misteriosa nuova arrivata Sam, la cartoleria di Cipriano, ma anche il balcone di casa della mamma di Leo, interpretata da Loretta Goggi e il bar di Valentino e Ada, punto d’incontro di tutti i personaggi.

Intorno alle vicende di Leo e Amanda quindi, si dipanano anche quelle di questo coro di amici e compaesani, che danno vita a una serie di sottotrame, legate tutte comunque all’idea dell’amore.

Il nuovo film di Paolo Ruffini parte quindi da premesse interessanti che all’inizio, quando il regista si concentra sulla vicenda di Leo e Amanda, vengono raccontate con tocco leggero e quell’atmosfera calda da favola di provincia che fa funzionare più o meno tutto: la storia, la tesi di partenza, l’ambientazione e la socialità del piccolo centro. Andando avanti però, la narrazione si sfilaccia. Nella seconda parte vengono raccontati troppo sbrigativamente dei passaggi fondamentali per la storia centrale per dare più spazio alle storie secondarie, a iniziare da quella di Ciro e Sam, ma anche alle altre, mettendo veramente troppa carne al fuoco e disperdendo così il tempo a disposizione e anche la concentrazione dello spettatore. Un andamento arruffato che soffre di una scrittura che fatica a tenere tutto insieme, e quindi perde proprio nella parte più importante il focus e la tensione su passaggi fondamentali della storia di Leo e Amanda.

Un’ottima idea di partenza che soffre di una realizzazione non troppo a fuoco.

Voto: 5,5

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