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Lunedì, 29 Aprile 2024
Film al Cinema

The Rescue: un'avventura mozzafiato che è un inno alla perseveranza e al potere dell'umanità

Dalla regista E. Chai Vasarhelyi e il produttore Jimmy Chin, premi Oscar per Free Solo, arriva nelle sale dal 16 al 18 maggio il nuovo documentario che racconta una vicenda fuori dall’ordinario

È nelle situazioni più difficili e complesse che gli esseri umani sanno dare il loro meglio (per quanto possa sembrare una frase fatta). La storia di “The Rescue” però dimostra proprio questo. È un racconto che va ben al di là della semplice ricostruzione di un evento unico e di un salvataggio incredibile. Racconta il lato umano di tutti coloro coinvolti in questa operazione senza precedenti. La vicenda che è stata ricostruita ha tutte le carte in tavola per essere assolutamente impossibile, ogni aspetto va contro la sua riuscita, eppure grazie alla generosità, al gioco di squadra e alla determinazione il salvataggio è portato a compimento. Una macchina senza precedenti si è messa in atto per poter realizzare l’impresa facendo leva sull’ umanità. Quello che i registi ci restituiscono è un’avvincente documentario di poco più di un’ora in mezza in cui grazie a testimonianze dei volontari, immagini di repertorio, ricostruzioni e creazione delle mappe il 3D, gli spettatori sono incollati allo schermo: percepiscono la paura, la tensione e l’adrenalina, sperimentando tutto in prima persona.

E per fare questo il film non li riporta solo indietro nel tempo, ma rende note le storie di chi ne è stato protagonista. Non li idolatra, sebbene il loro operato sia stato eccezionale, ma mostra il rovescio della medaglia: quanto sia diverso vedere lo stesso evento attraverso gli occhi di chi attende, di chi riflette e di chi invece ha la capacità e la responsabilità di agire. Di un gruppo di uomini resi esperti - in una disciplina dai più considerata assurda - dalla passione. La costanza, l’allenamento, tutto quello che li spinge a immergersi ogni volta è ciò che ha saputo fare la differenza. Il film è una storia commovente che riesce a mostrare questa situazione a 360° dando spazio a tutti gli occhi che l’hanno osservata direttamente. Un inno alla generosità, alla volontà e alla natura umana che non solo riesce a fare miracoli in situazioni di emergenza, ma che davanti ad esse si coalizza e capisce che la cooperazione e la comunità sono più importanti di qualsiasi ambizione. Una collaborazione che ti lascia qualcosa che va oltre un mero riconoscimento e che ti cambia irrimediabilmente.

Intrappolati nella grotta

Nell’estate del 2018 si diffonde la notizia che 12 bambini, di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, e il loro allenatore sono rimasti intrappolati in una grotta labirintica, la Tham Luang nel nord della Thailandia. Il gruppo vi è entrato dopo una gita, ma le forti e intense piogge monsoniche, molto diffuse in quella zona, hanno velocemente allagato i corridori stretti e intrappolato i ragazzi all’interno. Ha inizio così l’operazione che si divide in fasi diverse: prima un tentativo di localizzazione nella labirintica struttura della grotta, fatta di spazi stretti e camere di varie dimensioni e altitudini, e poi il tentativo di salvataggio. Le piogge però non accennano a smettere e continuano ad allegare i cunicoli della grotta rendendo tutto molto difficile. Vengono installate delle pompe che cercano di estrarre l’acqua dall’interno, ma senza particolari risultati. È così che sono coinvolti due speleosub inglesi esperti, Rick e John, gli unici ad avere le capacità per immergersi nelle grotte subacquee.

L’esercito Americano si presenta sul posto per aiutare e vengono chiamati anche i Navy SEAL thailandesi, squadre di esperti sub che però non hanno familiarità con questo tipo di immersioni. Nel frattempo mentre i tecnici si occupano di delineare una strategia il mondo osserva la situazione con il fiato sospeso: i media di tutto il mondo si recano sul posto riportando aggiornamenti costanti. La popolazione cerca di dimostrare il suo supporto non solo con le azioni di volontariato ma anche con le preghiere, affidandosi alle loro divinità. In un avvincente scorrere degli eventi, su cui il maltempo incombe, la squadra di salvataggio deve prendere decisioni importanti con cui sa di dover convivere. Non vi sveliamo altro qui sotto il trailer del documentario.

Perché "The Rescue" è un film da non perdere

Riconosciuta la natura fuori dall’ordinario di tutta questa vicenda, ciò che E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin hanno voluto fare è stato andare oltre il documentario, ed è qui che sta tutta la differenza. Nel genere documentarista lo scopo è quello di informare, di ricostruire un determinato fatto per presentarlo nella maniera più chiara e comprensibile possibile. In questa pellicola non ci si sofferma solo sulla ricostruzione, la si amplia e la si arricchisce. Attraverso interviste - resi alienanti a causa della pandemia - sono stati contattati i protagonisti di questa vicenda, gli speleosub Rick e John. I due ripercorrono tutto quello che è accaduto nel corso di quei 18 giorni raccontando le loro emozioni e ciò che li ha spinti ad agire. La situazione estrema ha richiesto persone con capacità fuori dall’ordinario e Rick e John lo sono stati. È interessante vedere quale sia il significato delle immersioni per loro e il rapporto con la pericolosità di questa esperienza. Può essere calmante, ma è anche molto solitario e pericoloso muoversi in spazi stretti, nel buio e nel freddo delle acque. La loro costanza però gli ha permesso di mantenere il sangue freddo e agire con determinazione e lucidità nell’impresa.

Attraverso le loro parole si scoprono i lati più umani di coloro a cui è affidato un compito quasi impossibile. Come si convive con il fatto che ogni decisione presa potrebbe essere sbagliata? E come si convive con le loro conseguenze? Come si scende a patti con il fatto che si possano deludere le persone? Anche qui la risposta è il lavoro di squadra. La collaborazione, lo scambio di opinioni e la determinazione, ha coinvolto altre persone come loro e gli ha permesso di fare la differenza. Con un sapiente montaggio il film alterna interviste, immagini di repertorio e ricostruzioni permettendo una maggiore immedesimazione. Una storia che si fonda sulla generosità e che ha dimostrato quante persone ne siano dotate. Si sono mobilitate da tutto il mondo per dare una mano, rischiando persino la loro vita. Il racconto di questa esperienza durata per ben 18 giorni riesce a rendere perfettamente la sensazione del tempo che si dilatava giorno dopo giorno, strazianti secondi che sembravano durare un’eternità ma che proprio per questo potevano fare la differenza. “The Rescue” è quindi un documentario imperdibile e straordinario non solo per la sua storia, ma soprattutto per i suoi retroscena.

Il trailer

Voto: 7,5

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