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Sabato, 27 Aprile 2024
Film al Cinema

Un anno, una notte: il trauma dei sopravvissuti al Bataclan nella storia di una giovane coppia

Presentato in concorso all’ultimo Festival di Berlino, arriva nei cinema italiani il 10 novembre distribuito da Academy Two il bellissimo film di Isaki Lacuesta

15 novembre 2015, un gruppo di terroristi legati all’Isis fa irruzione nel locale Bataclan di Parigi, dove si sta tenendo un affollato concerto e inizia a sparare sulla folla. Saranno 130 i morti e oltre i 350 feriti nel bilancio finale di quella notte di sangue che comprenderà, oltre alla mattanza del Bataclan, anche altre esplosioni nella capitale francese. A raccontare in un modo diverso e coinvolgente quell’orrore, focalizzandosi sull’esperienza traumatica di una giovane coppia è il film “Un anno, una notte”, di Isaki Lacuesta, una produzione franco-iberica che vede protagonisti Noémie Merlant nel ruolo di Celine e Nahuel Pérez Biscayart in quello di Ramon, in uscita il 10 novembre.

Un anno, una notte: la trama

Cèline e Ramon sono una giovane coppia innamorata (francese lei, spagnolo lui) che vive a Parigi e che la sera del 13 novembre 2015 decide di andarsi a godere un concerto rock con gli amici al Bataclan. Si ritroveranno così, inaspettatamente, a vivere una sconvolgente esperienza di terrore e morte, rimanendo bloccati nel teatro durante il più cruento attacco terroristico della storia recente d’Europa. Entrambi ne usciranno vivi, ma la loro esistenza di individui e di coppia sarà enormemente segnata da quella notte di sangue. Ràmon, che ha passato più tempo nel teatro sotto le raffiche di mitra dei terroristi, appare da subito devastato da quell’esperienza, tra insonnia e continui attacchi di panico, e la ricerca ostinata di un ritorno alla normalità che passa dalle sedute con uno psicologo a un lungo congedo dal lavoro fino alla scelta di licenziarsi per provare a cambiare del tutto strada alla sua esistenza. Tentativi che lo centrano sempre più su se stesso e lo allontanano sempre più da Cèline. La donna appare all’inizio quella che meglio reagisce al trauma, ferma nella sua decisione di buttarsi alle spalle quella tragedia, ma in realtà non fa che sforzarsi per nascondere la polvere sotto il tappeto. Per mesi non confida né ai suoi colleghi al lavoro né ai suoi genitori la sua esperienza, si rifiuta di condividere le sue emozioni cercando di supportare Ramon, ma alla fine dovrà fare anche lei i conti con il suo dolore e la sua paura e, solo allora, iniziare a lottare per provare a riprendersi un po’ di agognata normalità.

Un anno, una notte: un film capace di scavare a fondo

Celine e Ramon escono dal Bataclan abbracciati e sostenendosi a vicenda mentre, storditi dall’orrore appena vissuto, faticosamente si avviano sulla strada per tornare a casa dove dovranno affrontare il primo giorno di una vita che, inevitabilmente, non sarà più quella di prima. Nella splendida apertura del film di Isaki Lacuesta c’è già tutta l’intensità, la capacita di raccontare i silenzi e i tumulti di animi feriti, la voglia di farsi forza l’uno con l’altro e la difficoltà di riuscire a farlo di un film bellissimo e capace di scavare a fondo sui traumi dei sopravvissuti a una delle notti più tragiche della storia europea.

Il regista sceglie la strada della delicatezza e della sobrietà del racconto, rifiutandosi di puntare sugli accenti più tragici dell’esperienza al Bataclan di Celine e Ramon, ma concentrandosi sul ‘dopo’, su cosa è successo a tanti di quei ragazzi che entrarono in teatro per partecipare a un concerto e ne uscirono calpestando cadaveri nei giorni e nei mesi successivi, quando il clamore mediatico sulla vicenda si era andato spegnendo e loro si ritrovavano a dover fare i conti con quell’esperienza, cercando, ognuno a suo modo, di riafferrare un brandello di normalità. In primo piano per tutto il film sono i suoi due protagonisti con i loro travagli tutti interiori, tra non detti, incubi, incomprensioni, tentativi mal riusciti di tenersi ancora per mano per superare l’angoscia, lotta testarda per salvare un rapporto che si sfalda sempre di più sotto il peso di un devastante ricordo comune. Le interpretazioni di Nahuel Pérez Biscayart e Noémie Merlant sono notevoli, intense e commoventi, e restituiscono tutta la sotterranea forza della vita, che tenta di farsi strada in animi così provati da una terribile esperienza di morte.

Il trailer

Voto:8

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