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Sabato, 27 Aprile 2024
Film al Cinema

L’uomo sulla strada, un incrocio di destini in un cupo noir

Esce nei cinema il 7 dicembre distribuito da Eagles Pictures il film diretto da Gianluca Mangiasciutti

Un crudele gioco di destini incrociati, un momento che cambia in peggio le vite di due sconosciuti che poi si rincontrano e la loro dannazione prende strade imprevedibili. “L’uomo sulla strada” di Gianluca Mangiasciutti, dopo il primo passaggio nella rassegna Alice nella città arriva nei cinema dal 7 dicembre. A incarnare i due protagonisti tormentati da un passato doloroso sono Lorenzo Richelmy nei panni di Michele e una bravissima Aurora Giovinazzo che dà volto, corpo e anima alla rabbiosa adolescente Irene.

L’uomo sulla strada – la trama

In una bella domenica d’autunno, un padre e la sua bambina di otto anni si divertono insieme nei boschi sulle colline che circondano Torino a raccogliere funghi. La felicità semplice e preziosa di una giornata insieme nella natura viene spezzata dalla morte dell’uomo, investito da un pirata della strada. La bambina non fa nemmeno in tempo a rendersi conto di cosa sia successo mentre per un fuggevole attimo fissa in volto l’assassino di suo padre, che corre via e sparisce per sempre. ----Dieci anni dopo quella bambina, Irene, è una diciottenne piena di rabbia che sfoga su chiunque le capiti a tiro. Da quella mattina sulle colline la sua vita si è fermata e, a pochi mesi dalla prescrizione del reato, si ossessione e si colpevolizza per non essere stata in grado di riconoscere l’uomo che le uccise il padre e la scaraventò in un abisso di dolore. La sua unica consolazione è il nuoto, ma Irene è talmente arrabbiata che riesce a mandare all’aria anche quello. Lasciata la scuola e la piscina, dopo una lite più grave delle altre con la madre, si rifugia da una zia e trova lavoro in una fabbrica.

Qui il capo è un serioso e riservato giovane ingegnere che quando vede Irene lavorare al rullo sembra guardare un fantasma. La ragazza infatti si porta dietro il segreto più doloroso del suo passato che, dopo dieci anni, ancora non lo fa dormire la notte e lo tormenta ogni momento. I due si avvicineranno in modo goffo e imprevedibile finché, tutti i nodi non verranno, inevitabilmente, al pettine.

Il trailer

L’uomo sulla strada, un’indagine sui meccanismi della colpa e del perdono

Definire thriller il primo lungometraggio di Mangiasciutti non è molto preciso. “L’uomo sulla strada” non è infatti in alcun modo un giallo, visto che sin da subito viene messo in chiaro che quell’uomo è Michele. Tutta la suspence che regala il film è legata alle emozioni e alla prova psicologica che Irene affronta da dieci anni e che Michele, unico consapevole di come sono andati i fatti, rende ancora più ardua e dura, avvicinandosi in modo ambiguo alla ragazza e portandola alla fine, con un colpo di scena piuttosto crudele, a scoprire la verità. Il film risulta più un’indagine su sentimenti complessi da raccontare: il perdono, la rabbia, il senso di colpa, ma anche la voglia di espiazione, quella di vendetta e di riscatto, attraverso una storia che incrocia destini e dolori, fatalità e responsabilità, vittime e carnefici accomunati da inferni diversi ma contigui.

L’interpretazione di Aurora Giovinazzo che innerva la sua Irene di una ribellione rabbiosa e distruttiva è il fulcro su cui si regge il film, che punta lo sguardo sulle conseguenze che un attimo fatale dell’esistenza può avere su tutta la vita seguente di una persona, spezzandola e inchiodandola a quell’attimo, nonostante le ore, i giorni, i mesi, gli anni si accumulino, incapaci di strapparla da quel dolore inaccettabile. Nel caso di Irene l’unica cosa in grado di liberarla da quell’incantesimo malvagio, può essere solo la certezza che chi le ha provocato quel buco dentro paghi.

L’idea dell’incontro con Michele, di due destini inchiodati, per motivi diversi, allo stesso attimo fatale, che si rincrociano per caso dopo anni, e degli sviluppi imprevedibili che prenderanno le loro strade parallele è la brillante premessa di un film che, per quasi tutta la sua durata, risulta in grado di guidare lo spettatore nelle emozioni più profonde di due animi dolenti. A convincere meno è invece il finale, che risulta un po' troppo consolatorio, dopo aver seguito per un’ora e mezzo montagne russe emotive del tutto verosimili.

Voto: 6,5

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