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Lunedì, 29 Aprile 2024

Il commento

Giulio Zoppello

Giornalista

Ahsoka Tano è sempre stata l’anomalia per eccellenza di Star Wars

Molte delle speranze che la Disney+ nutre sull’universo di Star Wars, vista l’accoglienza diseguale dei suoi progetti seriali e la stasi di quelli cinematografici, ruotano attorno a lei: Ashoka Tano. La serie finalmente le dà quello spazio che in passato solamente l’animazione le aveva permesso di ricoprire, al netto degli inserti gustosi avvenuti in Mandalorian e The Book of Boba Fett. Perché Ahsoka è e rimane un personaggio assolutamente incredibile, un’anomalia in grado di porsi come via narrativa alternativa.

Un inizio difficile per un personaggio atipico

Ahsoka nacque dalla necessità di dare ad Anakin la possibilità di andare oltre la dimensione giovanile, di essere qualcosa di diverso dal ragazzo in perenne crescita. Si decise di affiancargli una padawan, anche per avere qualcosa che aiutasse il pubblico femminile a sentirsi maggiormente coinvolto. Lo stesso Lucas coinvolse le figlie per la creazione del personaggio, che se inizialmente dal punto di vista visivo non piacque molto per l’aria troppo osé, poi corretto da Dave Filoni si posizionò nella fascia preadolescenziale. In tale veste Ahsoka avrebbe accompagnato Anakin Skywalker attraverso la complicata e intricata guerra contro i Separatisti, per ben quattro stagioni di quella The Clone Wars, che è universalmente reputata l’estensione meglio congegnata e più riuscita dell’universo di Star Wars. Tale è stato il suo impatto e la sua popolarità, che anche in Tales of the Jedi, Rebels e nella stagione conclusiva di The Clone Wars le è stato dato spazio. E dire che all’inizio Ahsoka era malvista, era giudicata un personaggio inutile e fastidioso. Qualcosa di inevitabile se si pensa che era un elemento di rottura, una ragazzina discola, impertinente, disobbediente, creata per essere tale e poi naturalmente mutare. Ma certo comportò un certo “arretramento” per ciò che riguardava l’età media degli spettatori della serie inizialmente, fatto che a molti dei fan più storici non piacque particolarmente. Poi però la scrittura la coinvolse in un’evoluzione che l’avrebbe resa protagonista di uno dei percorsi di vita più originali mai concepiti nell’universo di Lucas. 

Una padawan completamente diversa da ogni altro Jedi

Il soprannome Furbetta non le viene dato per caso da Anakin. Il legame dai due è quasi simbiotico, di fatto Ahsoka è dotata come lui, indocile e testarda come lui. Di fatto The Clone Wars ricreò in forma diversa la stessa dinamica che incorreva tra “il Prescelto” e Obi-Wan Kenobi, con Anakin che più che un mero maestro, era una sorta di fratello maggiore, chiamato a sgrezzare una futura Jedi che di seguire le regole, proprio non vuole saperne. Ahsoka ha tutto per essere atipica. Appartiene alla razza togruta, è molto più esile e piccola anche di altre Jedi femmina, ma compensa con un’agilità, un colpo d’occhio e uno sprezzo del pericolo semplicemente eccezionali. Il suo stile di combattimento è unico. Se inizialmente il suo stile di combattimento è Djem So (lo stesso di Anakin), poi col tempo si dimostra dotata anche nell’Ataru e nel Niman. Ha come tutti gli Jedi una sola spada, ma da un certo punto in poi ne userà due, fatto più unico che raro tra gli Jedi: una normale e una più corta. Col tempo si segnalerà come una straordinaria guerriera, in grado di tenere testa a nemici del calibro di Grevious, Ventresse, Darth Maul. Abilissima pilota, ha dentro anche l’amore per l’avventura, si dimostra col tempo molto più empatica di gran parte degli altri Jedi, sovente chiusi dentro la propria bolla fatta di distacco e freddezza. In questo, vi è un altro elemento che l’accomuna con Anakin: la passionalità. Tuttavia, mentre nel maestro tale elemento è una strada verso il Lato Oscuro, in lei è foriero di una visione indipendente, che poi si realizzerà nel momento in cui lascerà l’Ordine per percorrere una strada differente.

Il simbolo di una nuovo percorso nella Forza

Ahsoka, in realtà già insofferente alla visione monolitica degli Jedi, arriverà al punto di rottura quando verrà sostanzialmente lasciata sola di fronte alla falsa accusa di aver ucciso Letta Thurmond. Costretta alla fuga, troverà paradossalmente in Ventress l’alleata ideale, ma sarà solo grazie all’aiuto di Anakin che si salverà da un’ingiusta condanna. Questo, unito alla rivelazione che è stata la sua migliore amica Barriss Offee a tradirla, la porteranno a rinnegare gli Jedi, a causa dell’isolamento totale che le avevano fatto conoscere. In lei si realizza quindi una via alternativa sia agli Jedi sia ai Sith. Per quanto ovviamente sposata al bene, Ahsoka non è dogmatica, crede nel sapere che le è stato dato come un mezzo per migliorare il mondo ma seguendo un iter più umile, più realista. In lei vi è quasi più della rivoluzionaria di professione che del monaco guerriero. Il suo incontro-scontro con Anakin, diventato Darth Fener, è uno dei momenti più significativi della sua vita, la porterà ad abbracciare una sorta di autodistruzione congiunta, poi in realtà simbolo della sua volontà di rinnegare un passato ormai sepolto. Questa serie ci permetterà di vederla ora, da adulta, alle prese con una Galassia ancora preda del Caos, con i resti dell’Impero che non accennano a volersi dileguare. Lei, che quando serve va per le spicce come Anakin, abbraccia l’essenza dello Straniero Senza Nome e assieme rinnova la narrazione al femminile, connettendosi al concetto di diversità dalla norma e volontà di indipendenza. 

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