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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Arrestato l'ex Modà Paolo Bovi per violenza sessuale su minori

Un tempo tastierista e ora fonico della band, Bovi si trova agli arresti domiciliari

Paolo Bovi, ex tastierista dei Modà e ora fonico della band, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale “di lieve entità”.

La notizia era uscita sui giornali di ieri, riportando dell’arresto di un educatore di un oratorio dell’hinterland di Milano, un 40enne single e incensurato, per  quattro violenze sessuali nei confronti di altrettanti ragazzini all’epoca dei fatti tra i 13 e i 16 anni. Gli abusi sarebbero stati commessi fuori dalla parrocchia nel 2011 e le indagini sono scattate nel 2013 dopo la denuncia da parte dei genitori di uno dei ragazzini che frequentava l’oratorio.

Scrive il Corriere della Sera: “Proprio al ruolo di animatore in una parrocchia nel 2011, infatti, risalgono alcune delle accuse di molestie sessuali su quattro ragazzini fra i 13 e i 16 anni che il gip milanese Luigi Gargiulo ora muove al musicista, e per le quali i pm Daniela Cento e Lucia Minutella hanno chiesto gli arresti domiciliari in un centro dell’hinterland milanese che qui non si indicherà (al pari della parrocchia) per non consentire l’identificazione dei minori: misura cautelare eseguita ieri a Milano per la prima volta con il braccialetto elettronico da quando nel dicembre scorso il decreto Cancellieri, legge non ancora entrata in vigore, ha molto ampliato l’utilizzo da parte dei magistrati di questo strumento, che sinora con la normativa del 2001 era stato ben poco usato (appena 55 applicazioni su 2.000 disponibili)”.

Il reato ipotizzato per Bovi è di “violenza sessuale” però di “lieve entità”, scrive il Corriere, “che ormai da anni assorbe e ricomprende anche i casi (come appunto questo) non di rapporti sessuali consumati, ai quali i ragazzi non sarebbero per fortuna mai arrivati, ma di toccamenti nelle parti intime, di finti massaggi andati oltre, di molestie mascherate da 'penitenze' in giochi a sfondo sessuale: l’ipotesi accusatoria individua le vittime in quattro ragazzini conosciuti dal musicista in parrocchia, anche se i fatti in contestazione sarebbero avvenuti sempre fuori dall’oratorio, in un caso durante un campeggio in montagna”.

Prima delle denunce dei familiari dei ragazzini nel 2013, Paolo Bovi era già stato allontano dalla parrocchiadopo che uno dei ragazzini aveva accennato a un prete comportamenti che il sacerdote aveva ovviamente ritenuto inappropriati in una educatore a contatto con i ragazzi. Per quanto è sinora possibile ricostruire, dalla parrocchia non era partita una segnalazione formale all’autorità giudiziaria: tuttavia un prete, che aveva celebrato il sacramento della confessione e che dunque non poteva ovviamente violarne il segreto neppure davanti all’autorità giudiziaria, quando è stato interrogato come testimone ha comunque dato conto di uno scritto che aveva indirizzato al musicista e che, in alcuni passaggi, tra i quali l’invito pressante ad affidarsi a cure di esperti, ha comunque permesso alle indagini di progredire (insieme ai racconti dei ragazzi e alle intercettazioni) sino alla misura cautelare di ieri”.

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