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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Alfie Evans è morto: l'annuncio su Facebook dei genitori

Il bimbo è spirato all'Alder Hey Hospital di Liverpool, dove era ricoverato. Il messaggi del padre su Fb: "Il mio gladiatore ha posato lo scudo ed è volato via". Il dolore di papa Francesco

Alfie Evans è morto. Ad annunciarlo sono stati i genitori su Facebook. "Il mio gladiatore ha posato il suo scudo e ha aperto le sue ali alle 2.30, sono completamente distrutto", ha postato il padre Tom Evans che poi ha aggiunto: "Ti amo, ragazzo mio". Anche la mamma del piccolo, Kate James, ha dato la notizia sulla sua pagina Facebook: "Il nostro bambino ha spiccato il volo alle 2,30 di stanotte. I nostri cuori sono spezzati", ha scritto aggiungendo "un grazie a tutti per il vostro sostegno".

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Sempre sui social era arrivato, prima della morte del piccolo, un ultimo disperato appello ai sostenitori dell'Alfie's Army da parte della zia, Sarah Evans: la donna aveva invitato a mandare "preghiere" e "100 profondi respiri al nostro guerriero". Un segnale che per il bambino, dopo un'altra giornata trascorsa nella vana attesa di un trasferimento in Italia, stava arrivando la crisi respiratoria causata dal distacco dalle macchine.

Nato nel maggio 2016, Alfie era ricoverato dal dicembre dello stesso anno nell'Alder Hey Children's Hospital di Liverpool con il quale i genitori del piccolo hanno portato avanti un'aspra legale per cercare di bloccare la decisione di staccare il respiratore che lo teneva in vita.

Il caso di Alfie Evans (Ansa)

Cosa sappiamo della malattia di Alfie Evans

Il caso

La vicenda del bimbo britannico di 23 mesi affetto da una patologia neurodegenerativa ancora non individuata con certezza, negli ultimi giorni era stata al centro di un caso diplomatico che ha visto coinvolti l'Italia e la Città del Vaticano da una parte e la magistratura del Regno Unito dall'altra.

Dopo che l'Alta corte britannica aveva respinto l'appello dei legali dei genitori, lunedì scorso i medici dell'ospedale britannico avevano staccato il respiratore al piccolo, cui l'Italia intanto aveva concesso la cittadinanza nel tentativo di favorire il trasferimento a Roma per "assicurare al minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute", come si legge nella nota del Consiglio dei ministri del 24 aprile.

 Mercoledì scorso però la Corte d'Appello di Londra ha respinto un nuovo ricorso della famiglia, bocciando l'ultimo tentativo di trasportare il piccolo in aereo dall'ospedale Alder Hay di Liverpool al Bambino Gesù di Roma.

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Le reazioni in Italia alla morte di Alfie

"Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo AlfieOggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio", è il messaggio lanciato dall'account Twitter di papa Francesco. Il Pontefice la scorsa settimana aveva ricevuto in Vaticano il papà del piccolo, affetto da una malattia neurodegenerativa, e aveva chiesto all'ospedale vaticano Bambino Gesù di fare l'impossibile per portare il piccolo in Italia.

"Hanno vinto loro, quelli che Alfie lo volevano morto, subito, perché, evidentemente, costava troppo tenere le macchine accese per qualcuno che ha poche speranze di farcela. Non è la mia Europa quella che si accanisce contro una famiglia colpita dalla tragedia lacerante di un figlio gravemente malato", scrive su Facebook Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. 

A lei fa eco Matteo Salvini su Twitter: "Da papà e da politico provo rabbia e tristezza: mai più!"

''Ritengo che ci sia stata una carenza di umanità. In queste situazioni occorre trovare una condivisione'', ha affermato a Radio Vaticana Italia il presidente di Scienza e Vita Alberto Gambino.  ''Credo che non sia un caso che queste situazioni stiano avvenendo negli ospedali anglosassoni, che hanno una loro durezza in termini di applicazione dei regolamenti. Occorrerebbe recuperare il ruolo dei genitori, della famiglia in queste vicende - conclude Gambino - Facciamo attenzione che i protocolli non prevalgano sulle relazioni umane e in questo caso sull'alleanza che ci deve essere sempre tra medico, paziente e famiglia''.

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