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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il summit / Giappone

La rabbia della Cina sul G7: "Ci diffama"

Dura presa di posizione di Pechino dopo che al vertice di Hiroshima i leader occidentali hanno ribadito il loro sostegno a Taiwan

Non è andata giù alla Cina la presa di posizione dei leader del G7, che nel corso del vertice di Hiroshima, in Giappone, hanno lanciato avvertimenti a Pechino sia su Taiwan, sia sui suoi legami con la Russia. Prendendo l'impegno a ridurre "le dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche". In una dichiarazione, il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha espresso "forte insoddisfazione" e "ferma opposizione" contro il G7, accusandolo di diffamare Pechino e di interferire nei suoi affari interni.

Cosa ha detto il G7

In realtà, la presa di posizione nei confronti della Cina da parte di Usa, Ue, Germania, Francia, Italia, Canada, Regno Unito e Giappone è stata più morbida di quella che ci si attendeva alla vigilia del summit. "Ridurremo le dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche" al fine di "proteggere alcune tecnologie avanzate", si legge nel testo finale, che chiaramente si riferisce a Pechino per quanto riguarda materie prime e tecnologie fondamentali per la transizione economica e digitale, come quelle per le batterie delle auto elettriche. Nulla di nuovo rispetto a quanto già detto e pianificato nel recente passato, su entrambe le sponde dell'Atlantico.

Più in la nella dichiarazioni finale ci sono anche aperture a Pechino, come quando si sottolinea la necessità di "cooperare con la Cina, dato il suo ruolo nella comunità internazionale e le dimensioni della sua economia, sulle sfide globali e sui settori di interesse comune". Per questo, i leader del G7 si dicono "pronti a costruire relazioni costruttive e stabili con la Cina". Inoltre, alla vigilia di attendeva che i leader del G7 concordassero una presa di posizione più chiara su eventuali sanzioni alle imprese cinesi accusate di fornire tecnologie militari strategiche alla Russia. Il testo finale, invece, si limita a una richiesta a Pechino di "fare pressioni sulla Russia affinché fermi la sua aggressione militare", incoraggiandola "a sostenere a una pace globale, giusta e duratura". 

La questione di Taiwan

Forse, il passaggio meno gradito dalla Cina è quello in cui si parla di una 'demilitarizzazione' nello stretto di Taiwan affinché prevalga "l'importanza della pace e della stabilità" e l'Indo-Pacifico sia "libero e aperto, inclusivo, prospero, sicuro, basato sullo stato di diritto". Ed è proprio su questo che si sofferma la dura nota del ministero degli Esteri cinesi: "Incurante delle serie preoccupazioni della Cina, il G7 ha insistito nel manipolare le questioni relative a Taiwan, diffamando e attaccando la Cina e interferendo in modo grossolano nei suoi affari interni", si legge nella dichiarazione del portavoce del ministero. "La soluzione della questione (di Taiwan, ndr) è un affare del popolo cinese e dovrebbe essere decisa solo dal popolo cinese", aggiunge il portavoce. 

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