rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
La difesa

"Non siamo i killer di Bucha"

L'immagine della brigata russa, accusata di essere responsabile della strage avvenuta nella città ucraina, ha fatto il giro del mondo. La difesa di uno dei soldati presenti nello scatto: "La foto è vecchia. La mia leva è finita a dicembre, in Ucraina non ci sono mai stato

"Quella foto l'abbiamo scattata nel 2019, a Khabarovsk, all’inizio della leva. In Ucraina non sono mai stato". A parlare è Vladimir Osipov, uno dei giovani soldati immortalati insieme alla bandiera della Repubblica russa della Yakutia, descritti da diversi media sia italiani che internazionali, come il gruppo autore del massacro di Bucha, in Ucraina. Intervistato in videochiamata dal Manifesto, Osipov declina ogni accusa: "In Ucraina non sono mai stato. Non ho mai preso parte ad alcun combattimento. Il servizio è durato due anni e l’ho svolto con la 64esima brigata, a Khabarovsk, nella base di Knyaze Volkonskoye. Ma la leva è finita a dicembre e io da allora ho sempre vissuto qui con la mia famiglia. Con i terribili fatti avvenuti a Bucha non ho nulla a che fare":

Il massacro avvenuto nella città ucraina resta un dato di fatto, ma è possibile che l'immagine mostrata dai quotidiani con i "killer di Bucha", non mostri esattamente gli autori di quelle atrocità. Alcuni di loro, come il soldato intervistato, potrebbero realmente non essere più in servizio. Nonostante il tracciamento delle truppe russe sul territorio ucraino, è difficile in questo momento ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto e le relative responsabilità. L'attenzione nei confronti di questo particolare battaglione russo è iniziata lo scorso 4 aprile, quando uno dei noegoziatori ucraini, il consigliere di Zelensky, Aleksey Arestovich, ha elencato i reparto che hanno occupato Bucha, tra cui proprio il reparto di Osipov. Sempre il 4 aprile il portale di informazione InformNapalm, specializzato sulla guerra in Ucraina, aveva reso accessibile un file con i dati di centomila cittadini russi che hanno svolto il servizio militare negli ultimi anni. 

Dati però non proprio "nuovi", come avvertito dallo stesso portale, ma in poco tempo l'immagine dei soldati yakuti ha fatto il giro del globo, con la pesante accusa di essere gli autori di una delle stragi più sanguinose di questo conflitto. Un altro soldato intervistato dal Manifesto, che però ha preferito rimanere anonimo, ha raccontato la stessa versione di Osipov: due anni a Khabarovsk con la 64esima, congedato a dicembre per tornare alla vita civile. Anche lui è presente nella foto, ma in Ucraina dice di non esserci mai stato.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Non siamo i killer di Bucha"

Today è in caricamento