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Sabato, 27 Aprile 2024
SIRIA / Siria

Mosca chiede a Damasco di mettere le armi chimiche sotto controllo internazionale

La richiesta russa segna una svolta diplomatica che potrebbe portare a importanti conseguenze

Una piccola grande svolta sul dossier siriano, dopo che il G20 russo e l'improvvisato bilaterale Obama-Putin sembravano non aver portato da nessuna parte. La Russia invita la Siria ad unirsi alla Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC), a mettere le sue armi chimiche in impianti di stoccaggio sotto il controllo internazionale.

"Abbiamo consegnato la nostra proposta al ministro degli Esteri siriano Walid Muallem e ci aspettiamo una risposta positiva e pronta, spero", ha spiegato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Mosca in una conferenza stampa organizzata all'ultimo momento con il collega. Parole che sono giunte dalla capitale russa dopo che il segretario di Stato Usa John Kerry a Londra ha detto che il presidente Bashar Assad potrebbe avere una possibilità di evitare l'azione militare voluta dalla Casa Bianca: dare alla comunità internazionale accesso alle sue armi chimiche.

Secondo quanto riportato dalla tv di Damasco, il ministro degli Esteri siriano ha reso noto che la Siria accetta di mettere sotto controllo internazionale il suo arsenale chimico.

Israele, tra i più paesi più esposti in caso di intervento militare, fa sapere che alla guerra sarebbe preferibile la rimozione da parte di Bashar al Assad del suo arsenale chimico. Lo ha detto una fonte ufficiale israeliana citata in forma anonima da Ynet. ''Questa - ha detto la fonte riferendosi agli sforzi diplomatici in tal senso - eè la migliore soluzione anche per Israele. Ognuno ora sta giocando il proprio gioco, ma l'interesse è quello di eliminare gli arsenali chimici di Assad, senza guerra''.

OBAMA VUOLE LA GUERRA, GLI AMERICANI NO

Il capo della diplomazia russa nel pomeriggio ha parlato anche di "successiva distruzione di queste armi" nonché piena aderenza all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L'OPAC è un'organizzazione internazionale, con sede a L'Aia, nei Paesi Bassi. Lo scopo dell'organizzazione è promuovere e verificare l'adesione alla convenzione sulle armi chimiche che proibisce l'uso di tali armi e ne chiede la distruzione. Le verifiche consistono sia nel valutare le dichiarazioni dei paesi membri, sia in vere e proprie ispezioni.

Guerra in Siria © Tm News / Infophoto

Per Mosca è davvero un apparente cambio di marcia. O meglio quel segnale "di buona volontà" che qualcuno si sarebbe aspettato da Putin a margine del vertice G20 - lo scorso 4-6 settembre a San Pietroburgo - trasformatosi in una specie di Consiglio di Sicurezza dell'Onu, con tutti i big presenti. Da notare che proprio nel corso del vertice, dalla Città del Vaticano era giunta la notizia di una lettera rivolta a Putin da Papa Francesco, con "parole che condannano, che chiedono soluzioni evidenti" per la vicenda siriana, come ha sottolineato il presidente del Consiglio, Enrico Letta da San Pietroburgo. Il Cremlino aveva commentato che "se come riportano le agenzie italiane nella lettera si parla di proseguire gli sforzi per una soluzione pacifica della crisi siriana, se è così, intendiamo rispondere a questa lettera che i nostri sforzi continueranno".
Una scelta comunque molto complicata.

VIDEO: ECCO LE PROVE DELL'ATTACCO CHIMICO

Secondo gli esperti Putin nell'ufficialità non può rinnegare l'alawita Hafez al Assad, che per quasi un trentennio ha dominato la vita politica siriana, che abbracciò il secolarismo e strinse un'alleanza con l'Unione Sovietica (fortemente impopolare dopo la sua occupazione militare dell'Afghanistan nel 1979). E giusto pochi giorni fa Putin e Obama, avevano confermato i loro dissensi su Damasco, dopo il bilaterale del 6 settembre. Ma evidentemente, qualcosa nel frattempo si è mosso e le pressioni di Mosca sulla Siria, che la maggioranza degli esperti escludeva, sono iniziate.

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