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Sabato, 27 Aprile 2024
La storia / Russia

Chi è la donna russa che ha denunciato oltre mille connazionali contrari alla guerra

Segnala alle autorità comuni cittadini che "screditano le azioni delle forze armate di Mosca". Suo nonno era un ex-informatore della polizia di Stalin

In russo si scrive "donosy", in italiano leggiamo "denuncia". È una delle parole più in voga da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dato che numerosi cittadini russi sono impegnati a denunciare alle autorità i propri connazionali che osano criticare il conflitto, l'operato delle forze armate o le scelte di Vladimir Putin. La regina di questi delatori è una donna, di nome Anna Korobkova, che si è specializzata in questa attività trascorrendo intere giornate a monitorare altri cittadini russi al solo scopo di segnalarli. In un anno ha scritto oltre mille lettere, divenendo a suo modo celebre.

Carcere per chi critica

Le conseguenze delle "donosy" non sono da sottovalutare visto che il Parlamento di Mosca, a partire dall'offensiva contro Kiev, ha approvato due leggi che puniscono il "discredito delle forze armate russe", nonché la "diffusione di false informazioni" sulla guerra. Nel marzo scorso i deputati hanno modificato i testi delle norme, aumentando le pene per i "trasgressori", che ora rischiano dai sette ai quindici anni di carcere. L'attività di delazione è in aumento, evidenziando una tensione all'interno della società russa tra coloro che sostengono la guerra e chi invece la critica.

Anna Korobkova trascorre intere giornate a monitorare i suoi concittadini, analizzando interviste, post sui social o articoli di media considerati critici nei confronti del Cremlino. Una volta effettuati questi controlli scrive denunce indirizzate alle autorità, arrivando anche a una dozzina di lettere a settimana, secondo quanto ha dichiarato in uno scambio di mail con l'agenzia Bloomberg. In totale, secondo Bloomberg, avrebbe scritto 1013 missive in un anno (Novaja gazeta parla invece di 764 denunce). L'attività della donna è diventata un impegno per le stesse autorità. Se non le rispondono su un caso, lei insiste e si premura di indirizzare nuove denunce relative alla medesima persona.

Persecuzione

L'ossessione della Korobkova è arrivato al punto da denunciare la madre di un giovane soldato, Afanasy Podaev, ucciso al fronte alla fine del 2022. La donna, nel corso di un'intervista al media indipendente Novaja Gazeta Europa trasmessa sul canale Youtube, ha chiesto "chi ha bisogno di questa guerra?", confessando di aver "pianto per gli stranieri impegnati nel conflitto". Pochi giorni dopo la polizia ha fatto visita alla madre del militare, recandosi anche dal suo datore di lavoro, e le ha mostrato la denuncia di Anna Korobkova. Nella lettera l'informatrice accusava la madre del militare defunto di aver "insultato la Russia" e chiedeva che fosse "severamente punita".

Si tratta di un vero e proprio assillo quello di veder puniti i cittadini che screditano le azioni dell'esercito russo in Ucraina. Al punto da segnalare anche una studiosa, Alexandra Arkhipova, un'antropologa rea di aver studiato questo fenomeno degli "informatori" che scrivono "donosy". La Arkhipova è stata accusata di aver rilasciato un'intervista a un media online bandito dalle autorità russe. Korobkova ha scritto alla direzione delle università dove l'esperta di antropologia insegna per sottolineare "il suo comportamento amorale". Ha chiesto come punizione il suo licenziamento. In questo caso le istituzioni hanno chiesto ad Alexandra Arkhipova di non rilasciare più dichiarazioni ai media.L'antropologa a quel punto l'ha contattata per capire le sue motivazioni.

Echi di stalinismo

In uno scambio di e-mail l'informatrice ha spiegato di avere " intelligence nel sangue ", ricevuta in eredità da suo nonno, ex informatore della polizia segreta di Stalin. Secondo Arkhipova, altri suoi colleghi erano stati denunciati dalla donna, come pure altre quattro persone tra medici e insegnanti. La Korobkova si è rallegrata che le sue denunce abbiano già portato ad almeno cinque casi amministrativi completi e a licenziamenti, promettendo di proseguire i suoi sforzi. Il suo obiettivo è quello di eliminare qualunque voce critica nei confronti del regime russo ospitata su media scomodi, che sono stati designati come "agenti stranieri". Ad analizzare questo tipo di comportamento è intervenuto su Bloomberg lo storico russo Alexei Makarov, membro di un gruppo per i diritti dell'uomo, Memorial, chiuso dal Cremlino. "Queste persone non vogliono vedere chi dice cose contro la guerra, non vogliono sentire nulla che possa minare la loro immagine del mondo", ha dichiarato Makarov, a sua volta preso di mira da due denunce della polizia per "aver screditato l'esercito russo".

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