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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'inchiesta / Ucraina

La Russia ha giustiziato almeno 77 civili Ucraini

L'Onu denuncia i crimini di guerra di Mosca dall'inizio del conflitto: oltre 800 detenzioni arbitrarie e centinaia di casi di tortura. Atti di violenze sui cittadini anche da parte delle forze ucraine

Dall'inizio dell'invasione nel febbraio dello scorso anno, in Ucraina i militari russi hanno eseguito almeno 77 esecuzioni sommarie di civili detenuti arbitrariamente nei territori occupati. La denuncia arriva dall'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu. "Si tratta di un crimine di guerra e di una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale", ha dichiarato Matilda Bogner, capo dell'ufficio dell'Ohchr per l'Ucraina, durante un briefing con la stampa. Bogner ha aggiunto che ci sono state sicuramente più esecuzioni sommarie di detenuti civili da parte da parte delle forze di Vladimir Putin di quanto lei abbia potuto scoprire, ma "non pensiamo che ce ne siano molte di più", ha detto.

Una missione di monitoraggio delle Nazioni Unite ha affermato anche che la Russia ha detenuto più di 800 civili dall'inizio del conflitto nel febbraio dello scorso anno. Il rapporto di 36 pagine è basato su 70 visite ai centri di detenzione e più di mille interviste. "Abbiamo documentato oltre 900 casi di detenzione arbitraria di civili, compresi bambini e anziani", ha dichiarato Bogner, sottolineando che "la stragrande maggioranza di questi casi è stata perpetrata dalla Federazione". Degli 864 civili detenuti dalla Russia, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha potuto documentare in dettaglio 178 casi. Di questi, più del 90% sono stati torturati, si legge nel rapporto, che cita episodi di waterboarding, elettrocuzione e l'uso di una "hotbox", in cui i detenuti sono tenuti in isolamento in una scatola a temperature elevate.

L'Onu ha documentato anche 75 casi di detenzione di civili da parte delle forze ucraine, affermando che le modifiche ai codici penali ucraini hanno dato a Kiev una maggiore discrezionalità nell'eseguire tali pratiche. L'Onu ha dichiarato che più della metà di loro è stata sottoposta a torture o maltrattamenti. "Una percentuale significativa di questi casi costituisce anche sparizioni forzate, perpetrate principalmente dal Servizio di sicurezza dell'Ucraina", e "più della metà delle persone detenute arbitrariamente sono state torturate o maltrattate dalle forze di sicurezza ucraine. Ciò è avvenuto durante gli interrogatori, di solito subito dopo l'arresto", si legge nel rapporto.

I risultati dell'inchiesta dell'Ohchr si basano su 1.136 interviste a vittime, testimoni e altri, 274 visite in loco e 70 visite ai luoghi di detenzione ufficiali gestiti dalle autorità ucraine, che hanno concesso "un accesso completamente libero ma riservato a tutti i luoghi di detenzione ufficiali e ai prigionieri, con una sola eccezione". Si tratta del caso di 87 marinai civili russi costretti a rimanere sulla loro barca nella regione di Odessa per mesi prima di essere rilasciati o scambiati. La signora Bogner non ha mai ricevuto una spiegazione per il divieto di accesso a questi particolari prigionieri. Le autorità russe invece non hanno concesso alcun accesso nonostante le richieste dell'Alto Commissario.

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