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Sabato, 27 Aprile 2024
Lo scandalo / Russia

Alle elezioni russe falsificato un voto ogni secondo

Secondo una stima del quotidiano indipendente Novaya Gazeta sarebbero almeno 22 milioni le schede fasulle, video circolati in rete mostrano anche palesi brogli e intimidazioni ai seggi

Le elezioni in Russia sono da sempre soggette ad accuse di brogli e manipolazioni, ma questa ultima tornata potrebbe aver fatto segnare un record: si stima che ben 22 milioni di voti a favore di Vladimir Putin siano stati falsificati, praticamente uno al secondo nei tre giorni in cui ci si è recati alle urne lo scorso fine settimana. La stima è stata fatta dall'edizione internazionale del quotidiano Novaya Gazeta, storica testata indipendente russa ora bandita nella Federazione, e il cui direttore è stato arrestato il 29 febbraio scorso.

Nonostante i risultati ufficiali della commissione elettorale centrale indichino una netta vittoria per Putin con l'87,28% dei voti, la correttezza di queste elezioni è stata messa in discussione dall'Occidente, che ha denunciato la mancanza di una reale opposizione e la repressione di ogni dissenso nel Paese. A sfidare lo 'zar' c'erano solo tre candidati che non hanno mai realmente criticato il leader del Cremlino: Leonid Slutsky del partito Liberale Democratico (Ldpr), Vladislav Davankov del partito del Nuovo Popolo e il veterano candidato Nikolai Kharitonov del partito Comunista. L'unico candidato che si era espresso contro il conflitto in Ucraina, Boris Nadezhdin, il leader di un piccolo partito di centrodestra, era stato escluso lo scorso mese dalla competizione, accusato di irregolarità nella raccolta di firme.

Utilizzando un metodo sviluppato dal matematico Sergey Shpilkin, già impiegato per stimare le frodi elettorali del 2011, Novaya Gazeta Europe ha analizzato dati provenienti dal 97% delle sezioni elettorali, riscontrando una presenza significativa di voti "irregolari". L’accusa di 22 milioni di voti irregolari, benché significativa, rappresenta solo una stima iniziale. Secondo quanto riportato da Politico, in circa 29 regioni, incluse quelle più inclini alle proteste, si è votato in modalità elettronica, definita un metodo "a scatola nera" (dall’inglese, black box method), che agevola la manipolazione del voto. Inoltre, tale cifra non tiene conto dei voti provenienti dalle zone ucraine occupate, dove le autorità elettorali hanno dichiarato la presenza di un numero maggiore di potenziali elettori.

"C'è una guerra in corso e zero controllo pubblico", ha affermato a Politico David Kankiya del movimento per la Difesa dei Diritti degli elettori (Golos), sottolineando che i residenti delle zone occupate non avevano neanche bisogno di un passaporto russo per votare. Nel web sono circolati poi diversi video che, se autentici, mostrerebbero palesi intimidazioni e irregolarità, come quello di un soldato russo che entra nelle cabine elettorali e controllando come votano i cittadini, i quelli di persone che inseriscono pacchi di nuovi voti. 

"Qualunque risultato le autorità avevano deciso, lo hanno ottenuto. Stiamo entrando nella sfera della pura finzione qui", ha continuato Kankiya. Le code fuori dai seggi venerdì, giorno di apertura dei seggi e in cui i cittadini erano stati invitati a votare con maggiore insistenza, rappresentavano in realtà un insieme di persone "privati dei loro diritti di voto", ha detto Kankiya. "Come ai tempi dell'Unione Sovietica, quando venivi costretto a votare, che tu volessi o no", ha aggiunto.

In diverse sezioni elettorali del Paese, i cittadini hanno manifestato il loro dissenso tentando di danneggiare le urne elettorali versando inchiostro verde sulle schede o appiccando fuoco, o presentandosi domenica a mezzogiorno come chiesto dal dissidente russo morto in carcere, Alexei Navalny. Altri hanno preferito annullare il loro voto, contrassegnando più caselle e aggiungendo messaggi anti-guerra o scrivendo i nomi di politici dell'opposizione, come quello proprio di Navalny. Ma i tre giorni di voto hanno confermato a Putin che il suo potere è saldo e che i russi faranno ciò che gli viene detto. Persino ai livelli più alti, nessuno dei tre presunti rivali ha osato stentare la possibilità di vittoria. 

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