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Lunedì, 29 Aprile 2024
Nuovi guai / Stati Uniti d'America

Trump condannato per diffamazione: dovrà pagare 83 milioni di dollari a Jean Carroll

L'ex presidente ha negato di avere aggredito sessualmente la scrittrice, accusandola di essere a caccia di pubblicità. Si tratta della seconda condanna per questa vicenda. Cosa succede adesso

Nuova batosta giudiziaria per Donald Trump, impegnato nella campagna elettorale per la Casa Bianca. Il tycoon è stato condannato in sede civile per avere diffamato (nel 2019 quando era presidente) la scrittrice Jean Carroll, definendo menzogne le accuse di stupro che la donna aveva fatto pubblicamente nei confronti del tycoon. Lo hanno deciso i giurati del tribunale di Manhattan, secondo cui le accuse di Trump hanno "provocato un danno nominale".  Trump dovrà risarcire Carrol con 83,3 milioni di dollari. Si tratta di una somma molto più alta di quella attesa: 18,3 sono calcolati per i milioni di danni "compensatori" (per lo stress emotivo, il danno alla reputazione e quindi il mancato guadagno) e altri 65 milioni di danni punitivi (come deterrenza contro ulteriori diffamazioni). La difesa di Carroll aveva chiesto 24 milioni di dollari, mentre i periti avevano stimato i danni tra i 7 e i 12 milioni di dollari. 

Si tratta della seconda condanna per il caso Carrol per Trump. Lo scorso maggio era già stato riconosciuto responsabile della stessa violenza, oltre che di diffamazione, e costretto a pagare 5 milioni di dollari.

Immediata la reazione di The Donald sul suo social Truth: "Assolutamente ridicolo! Sono completamente in disaccordo con entrambi i verdetti e farò appello contro tutta questa caccia alle streghe diretta da Biden contro di me e il Partito Repubblicano. Il nostro sistema legale è fuori controllo e viene utilizzato come arma politica. Hanno eliminato tutti i Diritti del Primo Emendamento. Questa non è l'America!".

Il verdetto è arrivato alla fine di un processo tesissimo, dove Trump è stato minacciato di essere espulso dall'aula per le sue intemperanze e i suoi commenti a voce alta contro la sua accusatrice. Uno dei suoi avvocati è stato minacciato di finire in galera per aver continuato l'arringa oltre il tempo concesso. 

Secondo la versione della donna, il tycoon le usò violenza quasi 30 anni fa in un camerino di prova di Bergdorf and Goodman, i lussuosi grandi magazzini sulla Fifth Avenue di Manhattan, dove lui le aveva chiesto consigli per regalare degli indumenti intimi a un'amica. "È una menzogna, e poi non era neppure il mio tipo", si era difeso Trumo che aveva negato tutto accusando la scrittrice di cercare visibilità.

"L'ex presidente non vive la sua vita con paura". Lo ha detto Alina Habba, una dei legali di Donald Trump, rispondendo alle domande dei giornalisti, che le chiedevano se Trump fosse spaventato dopo la sentenza. "Io - ha aggiunto l'avvocata Habba - sono orgogliosa di stare al fianco del presidente Trump. Ma non sono orgogliosa di quanto è avvenuto nell'aula".

"Questa è una grande vittoria per ogni donna che si rialza dopo essere stata demolita, e un'enorme sconfitta per ogni bullo che ha cercato di tenere a freno una donna", le parole della scrittrice Jean Carroll. Il verdetto, le ha fatto eco la sua avvocata Roberta Kaplan, dimostra che nessuno è al di sopra della legge, "nemmeno i ricchi, nemmeno i famosi, nemmeno gli ex presidenti". 

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