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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso / Russia

Sulla tv di Gazprom critiche a Putin: "Russia non era preparata alla guerra"

Due esperti ammettono la disfatta dopo il ritiro da Kherson. L'emittente, controllata dal gigante del gas, è considerata il megafono della propaganda del Cremlino

La Russia non era preparata alla guerra che ha iniziato lo scorso febbraio invadendo l'Ucraina. Lo ha detto il capo del Consiglio di esperti del Fondo per lo sviluppo strategico della Russia, Igor Shatrov, durante il popolare talk show "Mesto Vstrechi" (Punto di incontro) sulla tv russa Ntv, emittente controllata dal gigante del gas Gazprom, e dunque indirettamente dallo Stato.

"Non eravamo pronti per la guerra che abbiamo iniziato", ha detto Shatrov, sottolineando che il rifiuto del presidente Vladimir Putin di chiamare il conflitto una guerra sta ostacolando i progressi in Ucraina: "Continuiamo a chiamarla 'operazione militare speciale', siamo troppo timidi per chiamarla guerra, il che è un problema enorme. Perché con la guerra entrano in gioco altre leggi", ha detto Shatrov. Il punto di vista dell'esperto è più vicino a quello dei falchi, che vorrebbero rilanciare l'offensiva con un atteggiamento ancora più duro nei confronti di Kiev. Ma nel talk show, solitamente allineato su tali posizioni,  

Shatrov non è stato l'unico ospite del programma a sollevare dubbi sulla strategia del presidente Vladimir Putin: l'analista politico Viktor Olevich ha riconosciuto che il ritiro russo da Kherson è stata un sconfitta: "Vorremmo tutti che l'esercito russo avesse successo, ma dobbiamo essere realistici - ha detto - In otto mesi e mezzo, la Russia è stata in grado di prendere un centro regionale (Kherson) senza combattere e alla fine ha dovuto lasciarlo. Se guardiamo agli obiettivi fissati dal presidente il 24 febbraio scorso, raggiungerli oggi è improbabile. Sarebbe bene lavorare sulla base di previsioni realistiche", ha aggiunto.

Olevich ha anche espressamente definito un errore promuovere la narrazione secondo cui l'Ucraina non esiste e che il Paese sia parte integrante della Russia: "Dire che la loro lingua (l'ucraino, ndr) non esiste è falso e ingiusto. In questo modo allontaniamo gli ucraini da noi. Se la Russia vuole avere successo tra le popolazioni di questi territori, dobbiamo riconoscere il loro senso di identità", ha detto prima di venire interrotto da un altro ospite visibilmente innervosito.

Olevich ha poi proseguito esprimendo pessimismo sulle prospettive a breve termine della Russia: il Paese è tra "Scilla e Cariddi", da un lato rischia la "capitolazione", che infliggerebbe "danni colossali", dall'altro potrebbe "essere permanentemente trascinato nel conflitto ucraino a un livello tale che tutta l'energia dello Stato russo sarà costantemente spesa per anni in direzione dell'Ucraina".

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