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Martedì, 30 Aprile 2024
l'atteso incontro / Cina

Vertice Biden-Xi: "Lavorare insieme, ma non superare la linea rossa di Taiwan"

Il faccia a faccia tra i due leader segna l'intenzione di un dialogo bilaterale sulle questioni che più premono sulla tenuta economica e politica dei due paesi e del mondo intero. Pechino non è soddisfatta della guerra russa in Ucraina

Sorrisi e una calorosa stretta di mano. Come due vecchi amici, il presidente Usa Joe Biden e l'omologo cinese Xi Jinping si salutano a Bali, prima del summit del G20, nel loro primo faccia a faccia da quando entrambi sono alla guida delle due superpotenze mondiali. 

Dopo i saluti calorosi dispensati davanti alle telecamere, i due si sono avviati insieme verso una sala di un lussuoso resort Mulia di Nusa Dua, dove le due delegazioni hanno discusso per tre ore le rispettive "linee rosse" su dossier strategici che spaziano da Taiwan alla guerra della Russia in Ucraina, senza dimenticare lo scontro su commercio e semiconduttori.

Cosa si sono detti Xi e Biden

Il faccia a faccia tra Xi e Biden segna l'intenzione di sedare lo scontro e aprire al dialogo bilaterale sulle questioni che più premono sulla tenuta economica e politica dei due paesi e del mondo intero. Biden tira dritto sulla linea dura da adottare per arginare l'ascesa geopolitica cinese nella regione asiatica e nel mondo. Il presidente Usa, si legge nel comunicato ufficiale della Casa Bianca, ha affermato che gli Usa non cambieranno la politica nei confronti della Cina, che è stata designata da un documento strategico del Pentagono come la "più seria minaccia alla sicurezza nazionale”.

La competizione tra Washington e Pechino continua quindi, ma Biden spera che questa non sfoci in un conflitto. I due leader trovano un punto di incontro su una collaborazione reciproca per assicurare la stabilità economica globale. Biden ha sollevato le preoccupazioni sulle politiche economiche e commerciali sleali del gigante asiatico. La Cina, in risposta, ha ribadito la sua opposizione alla "politicizzazione" dei legami commerciali bilaterali. Il successo della Cina e degli Stati Uniti, ha ribadito Xi, viene determinato dalla creazione di opportunità reciproche e non dalle sfide.

Su un tema i due trovano un'intesa: Pechino e Washington vogliono portare avanti le discussioni per la lotta al cambiamento climatico. Stando a quanto scrive il New York Times dopo il loro bilaterale a margine del G20 di Bali, Biden e Xi avvieranno nuovamente i colloqui tra i due Paesi come parte dei negoziati internazionali sul clima. Secondo il quotidiano, si tratta di una svolta negli sforzi per evitare la catastrofe del surriscaldamento globale. Le due principali nazioni più inquinanti al mondo hanno infatti interrotto le loro discussioni sul clima dopo il viaggio di Pelosi a Taipei. Una scelta voluta da Pechino. 

Frizioni su Taiwan

I diritti umani in Xinjiang, Tibet e Hong Kong e la questione di Taiwan sono stati al centro del colloquio tra i due leader e le rispettive delegazioni. Stando a quanto riferisce la Casa Bianca, gli Usa hanno ribadito nuovamente che si opporranno a qualsiasi "cambiamento unilaterale" allo status quo di Taiwan. Chiaro riferimento alle azioni militari sempre più aggressive della Cina nei confronti dell'isola, che - recita il readout statunitense - "minano la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e nella regione in generale, mettendo a rischio la prosperità globale".

Il leader cinese non retrocede sulle mire sull'isola. La questione di Taiwan, riportano i media cinesi, è al centro degli interessi della Cina. Una "prima linea rossa", ha ribadito Xi, che non deve essere superata nelle relazioni tra Washington e Pechino. Chiunque cerchi di dividere Taiwan dalla Cina "violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese: il suo popolo non lascerà assolutamente che ciò accada", è il monito di Xi. Biden tuttavia non crede in un "imminente tentativo" da parte della Cina di invadere Taiwan, stando a quanto affermato dal presidente Usa nella conferenza stampa dopo il suo incontro con Xi. 

Attenzione a Corea del Nord

Il vertice tra Biden e Xi è stato osservato con attenzione anche dai partner asiatici degli Stati Uniti. La Corea del Nord rappresenta una preoccupazione in particolare per Corea del Sud e Tokyo, i due paesi che ieri 13 novembre hanno avuto un trilaterale con gli Usa durante il 17° Vertice dell'Asia orientale che si è tenuto a Phnom Penh, in Cambogia. I leader dei paesi della regione asiatica sanno benissimo che senza l'intervento di Xi, il leader nordcoreano Kim Jong-un non si fermerà e potrebbe effettuare presto un test nucleare.

Le "gravi preoccupazioni" per i test missilistici della Corea del Nord sono stati i temi caldi della riunione tra Biden e Xi. Per questo, il presidente Usa ha invitato Pechino di fare pressione sul Pyongyang perché non effettui test nucleari a lungo raggio.

La delusione cinese per la guerra in Ucraina 

Tra le preoccupazioni di Biden e Xi c'è la guerra in Ucraina lanciata dal presidente russo Vladimir Putin, che è unito da un'"amicizia senza limiti" al presidente cinese. Il timore che ha riempito la sala dell'incontro è la minaccia o l'uso dell'atomica da parte della Russia. Ipotesi già condannata da Xi nel suo recente faccia a faccia con Scholz. La Cina, ha promesso Xi, "continuerà a incoraggiare i colloqui di pace tra Russia e Ucraina".

Ma proprio nella giornata dello storico faccia a faccia tra Xi e Biden, si è diffusa una notizia che mette in discussione il sostegno del presidente cinese a Putin. Stando a quanto rivelato dal Financial Times, Putin non avvertì Xi dell'intenzione di invadere l'Ucraina.

Il quotidiano inglese, che riporta una fonte anonima cinese, racconta che Xi fu colto di sorpresa dalla guerra, scoppiata il 24 febbraio, 20 giorni dopo l'incontro a Pechino con il presidente russo, in occasione dell'inaugurazione delle Olimpiadi invernali in Cina. "Putin non ha detto a Xi la verità", ha ammesso una fonte cinese al giornali britannico, secondo cui "se ce lo avesse detto, non ci saremmo trovati in una posizione imbarazzante". "Avevamo oltre seimila cinesi che vivevano in Ucraina - ha ricordato - e alcuni di loro sono morti durante l'evacuazione, nonostante non l'avessimo reso pubblico".

Cosa ci si aspettava dall'incontro tra Xi e Biden

Il loro ultimo incontro risale a cinque anni fa, durante il Forum economico mondiale a Davos nel 2017, quando Biden ancora indossava i panni del vicepresidente Usa. In questi ultimi anni, ha ricordato il presidente cinese all'omologo statunitense, le cose sono cambiate. Per questo "il mondo si aspetta che la Cina e gli Stati Uniti gestiscano adeguatamente la relazione", ha affermato Xi, rafforzato da un terzo mandato ottenuto dal XX Congresso del Partito comunista cinese.

Già in partenza le aspettative dell'incontro erano basse. Gli osservatori cinesi e statunitensi non nutrivano grandi speranze per l'incontro tra i due leader, che è apparso come un tentativo di tenere aperta la porta del dialogo tra Washington e Pechino, dopo le tensioni esplose con la visita della speaker Usa Nancy Pelosi a Taiwan lo scorso agosto. 

Cina e Stati Uniti sono in disaccordo su molti punti. Il dossier su Taiwan, sebbene sia il più grande elemento di scontro tra Washington e Pechino, non è il principale. In gioco c'è molto di più. Usa e Cina sono bloccati in una competizione strategica su chi di loro emergerà come la potenza globale entro la metà del secolo. Pechino vuole costruire un nuovo ordine globale basato sul potere cinese, che rifletta maggiormente gli interessi e i valori nazionali cinesi. Gli Stati Uniti, tuttavia, non hanno intenzione di rinunciare alla loro leadership mondiale fare quindi un passo indietro.

Xi però vuole allontanare lo spettro di una nuova guerra fredda con gli Usa e ha affermato che la Cina non vuole cambiare l'ordine internazionale o interferire negli affari interni degli Stati Uniti per sfidarli. L'avvertimento è chiaro ed è rivolto a Washington: rispettare il principio di non ingerenza nei propri affari interni. Compresi quelli che riguardano Taiwan. 

Dall'incontro tra Xi e Biden emerge una certezza: le porte del dialogo sono ora aperte. Le decisione future dei leader delle due superpotenze testimonieranno come Usa e Cina si comporteranno in maniera "responsabile", almeno fino alle prossime tensioni. Un primo passo in senso positivo arriva con la decisione di autorizzare una visita del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in Cina "per dar seguito alle discussioni" bilaterali.

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