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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista / Roma

Dopo la "guerra" Uber si allea con i taxi: "Il futuro? Fare a meno dell'auto privata"

Abbiamo intervistato il General Manager di Uber Italia, che ci ha parlato della nuova sinergia con i tassisti e della cronica mancanza di licenze e dati sulla mobilità degli italiani

Uber ha solo quindici anni, ma è già diventata uno dei simboli della cosiddetta "gig economy". Dopo il braccio di ferro con i tassisti italiani, finito con una sentenza del tribunale di Roma che, nel 2017, ha proibito in Italia il servizio Uber Pop, la tensione è rimasta alta per anni. Si è smorzata parzialmente nel 2022, grazie all'accordo tra la multinazionale americana e Radio Taxi.

"Abbiamo festeggiato l'anno scorso i 10 anni in Italia, siamo passati da due città a 10 città con una moltitudine di servizi, anche taxi e ncc - spiega a Today.it il General Manager italiano Lorenzo Pireddu - nel 2022 ci siamo infatti integrati con il consorzio Radio Taxi". Di fatto è infatti oggi possibile prenotare un taxi e pagare la corsa direttamente dalla app Uber, con un commissione di 2,50 euro.

La "grande paura" dei tassisti italiani e l'accordo con Uber

Ma il fuoco è rimasto sotto la cenere e, nell'estate del 2022, i tassisti sono tornati a protestare. Sotto accusa la disintermediazione che il servizio offre e la possibile proliferazione degli ncc, le cosiddette auto a noleggio con conducente. Una legge del 1992 obbliga questa tipologia di autisti a rientrare nelle rimesse dopo ogni trasporto effettuato. Tutto ciò si traduce in una modalità diversa di servizio: gli ncc possono essere prenotati in anticipo, ma i clienti non possono salire al volo sul mezzo, né i conducenti possono aspettarli sulle consuete stazioni di sosta, come avviene con i taxi. La grande paura dei tassisti italiani (e non solo) e che, grazie alle pressioni politiche di aziende come Uber, questa distinzione venga un giorno a cadere, superata dalla logica degli algoritmi delle nuove piattaforme, che abbatterebbero i loro guadagni. 

Uno scenario che sembra al momento scongiurato: "Stiamo privilegiando un apporto collaborativo. Nel caso del servizio che facciamo con Radio Taxi, le tariffe vengono gestite da loro, noi siamo in grado di dare una stima, ovvero una forchetta con prezzo minimo e massimo - spiega Pireddu - Con i taxi è ovviamente impossibile fornire un prezzo in anticipo come facciamo per il noleggio, ma c'è un'opportunità per il settore di evolvere, a mio avviso". 

uber taxi

"La liberalizzazione non è la sola chiave: bisogna studiare i dati e cercare soluzioni" 

I numeri però parlano chiaro: l'Italia ha strutturalmente meno taxi e meno ncc rispetto al resto degli altri paesi europei e la politica frena da anni sulla reale apertura del mercato. Ma forse tutto ciò è solo una parte del problema.

 "Non credo che la liberalizzazione sia il problema, bisogna prima avere i dati e capire i flussi per poi magari aumentare licenze di taxi e ncc, che sono sicuramente insufficienti - ci spiega il general manager italiani di Uber- poi sì certo, quello che è successo quest'estate a Roma lo abbiamo visto tutti: metà delle chiamate, anche nella nostra piattaforma, sono rimaste inevase. Mancano strutturalmente taxi, specialmente nel caso dei grandi eventi. Sta andando in crisi anche Parigi che è una città notoriamente molto organizzata. Quello della mobilità urbana è un tema epocale, non solo locale. Bisogna lavorarci a 360 gradi". 

E, nell'Italia delle "città 30", un futuro senza auto privata non è più un tabù. Centri urbani in cui il cosiddetto "car sharing" e "car pooling" (ovvero l'uso condiviso di automobili private) la fanno da padrone, come avviene già in molte città europee. "Se oggi mi sveglio la mattina è ho una serie di opzioni di mobilità economiche alternative all'auto privata, ad esempio per andare al lavoro, poi si crea un circolo virtuoso. È chiaro che questo sistema debba essere affidabile per funzionare" conclude Pireddu. Lavorare su questa "affidabilità", e sulla sua sostenibilità sociale, è forse uno dei compiti più difficili della transizione che ci aspetta.

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