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Sabato, 27 Aprile 2024

Caos aeroporti

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

I voli in Sicilia sono ko, ma il ministro Salvini pensa ai trans

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è giustamente severo quando qualcosa in Italia non funziona. Scrive. Commenta. Posta su Facebook, che è la sua piazza digitale frequentata da cinque milioni di persone. È quindi curioso il suo silenzio sul disastro che sta paralizzando i trasporti al Sud: il collasso dei collegamenti aerei tra la Sicilia, il resto d'Italia e l'Europa nel pieno della stagione turistica.

Da domenica 16 luglio migliaia di passeggeri ogni giorno sono infatti condannati a un calvario di trasferimenti in autobus, cancellazioni e carenza di informazioni, dopo l'incendio che ha affumicato una parte del terminal A. Un biglietto da visita decisamente scandaloso per quanti hanno scelto la Sicilia e il nostro Paese per le loro vacanze. Ma anche per le migliaia di siciliani che d'estate tornano dalle proprie famiglie e quanti si spostano per lavoro. Oltre a tutti quelli che, una volta arrivati in Sicilia, vorrebbero ripartire, avendo già pagato i costosissimi biglietti di andata-ritorno dell'estate 2023.

Foto sui passeggeri famosi, ma nessuna informazione (Instagram)

L'alternativa sono gli aeroporti più vicini, ma non troppo. E comunque insufficienti ad assorbire tutti i voli. Lamezia Terme: 235 chilometri da Catania, tre ore e un quarto in auto, cinque ore in bus e treno. Reggio Calabria: 139 chilometri, due ore e mezzo in auto, quattro ore con i mezzi pubblici. Comiso: 90 chilometri, un'ora e un quarto in auto, nessun servizio pubblico, se non le navette straordinarie dell'aeroporto. Trapani: 318 chilometri, tre ore e mezzo in auto a essere ottimisti, cinque ore e mezzo con i mezzi pubblici e un numero imprecisato di deviazioni per lavori lungo la strada. Palermo: 237 chilometri, due ore e mezzo in auto, sempre a essere ottimisti, quattro ore con i mezzi pubblici. Deviazioni permettendo.

Niente info, solo foto di Vip

Le informazioni fornite dalla società di gestione dell'aeroporto, secondo i commenti dei passeggeri appiedati, non sarebbero il massimo della tempestività. Nemmeno sui social. Cominciamo dal profilo istituzionale su Instagram, che pubblichiamo qui sopra. Foto con il cantante Tiziano Ferro appena atterrato, ma due settimane fa. Poi foto dell'amministratore delegato della società con il campione della pallacanestro Michael Jordan, appena sceso dal suo aereo, tre settimane fa. E foto del passaggio nello scalo dell'attore americano Harrison Ford, “è stato di nuovo gentilissimo, affabile e disponibile con tutti”, ma quattro settimane fa. Twitter si ferma alla mattina del 24 luglio con il link ai voli trasferiti al terminal C: alle 18.43 appaiono i seguenti cancellato, imbarco, dirottato a Comiso, cancellato, dirottato a Palermo, ritardo, cancellato, cancellato, dirottato a Trapani... Stessa rassegna su Facebook.

L'ingresso dell'aeroporto di Catania danneggiato dall'Incendio (CataniaToday)

La curiosità della serata sono partenze e arrivi per l'indomani e il resto della settimana. Scrive Alessandro Piacentini, tra i tantissimi commenti: “Io avrei il volo mercoledì Malpensa-Catania alle 18.30, quando si saprà qualcosa di certo? Perché se viene dirottato a Trapani è letteralmente dall'altra parte della Sicilia... è un problema arrivando la sera”. E Giulia Forte: “Le navette Ct-Trapani sono garantite anche il giorno 25/07?”. Hanno ragione. Il post successivo con gli orari delle navette si ferma alle 00.30 di martedì 25 luglio. Sono le sette di sera. Chi parte domattina come fa a organizzarsi? Nessuna indicazione. Solo all'ora di cena viene pubblicato un aggiornamento. Ma con un'avvertenza: "Le navette evidenziate in giallo sono garantite, il diverso colore è dovuto solo esclusivamente al fatto che non è stata resa nota la compagnia di autotrasporti". E se non lo sanno i gestori dell'aeroporto, come lo sapranno i passeggeri?

Sette giorni per sedersi

Non è del tutto vero che il ministro dei Trasporti non abbia detto nulla. Domenica 23 luglio, dopo una settimana di caos, ha annunciato che è pronto a convocare un tavolo sull'emergenza aeroporto a Catania. Sette giorni per dare la disponibilità a sedersi al tavolo? Credevamo che fossero già tutti seduti fin dal momento dell'incendio.

Immaginate se come ministri dei Trasporti, al suo posto, ci fossero ancora gli esponenti del Pd, Graziano Delrio o Paola De Micheli: Matteo Salvini li avrebbe giustamente fulminati con le sue critiche. Ma ora che l'Italia, la Regione Sicilia e il Comune di Catania sono governati dal centrodestra, è giusto ignorare le migliaia di persone lasciate in attesa a terra o rimbalzate da un aeroporto all'altro? Nemmeno una parola di solidarietà?

L'inchiesta per l'incendio all'aeroporto di Catania

La questione non è soltanto il caos. Ma anche la prevenzione. L'aeroporto è una struttura sensibile che non dovrebbe proprio prendere fuoco. E se mai dovesse accadere, va ricordato che di solito un aeroporto dovrebbe avere in servizio squadre di vigili del fuoco addestratissime, in grado di spegnere immediatamente le fiamme prima che i danni siano irrimediabili.

La tendopoli allestita per assistere i passeggeri (CataniaToday)

Complimenti al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha avuto il coraggio di criticare la gestione dell'emergenza. E di chiedere chiarimenti alla Società aeroporto di Catania e all'Enac, l'autorità che governa l'aviazione civile.

Anche per oggi non si vola

Nelle stesse ore di lunedì 24 luglio, Matteo Salvini ci fa invece sapere con un selfie su Facebook che è andato a donare il sangue. Poi auspica l'arresto dei teppisti no-tav che hanno assaltato il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione. Quindi critica il segretario della Cgil. E più sotto condivide il video postato chissà dove da una transessuale con accento americano, che vuole essere la prima donna trans ad abortire. 

Intorno alle 18 il ministro finalmente scrive un nuovo post. Forse è un pensiero gentile per le migliaia di persone che anche oggi hanno pazientato ore negli ultra-quaranta gradi di Catania. E invece no. È dedicato al “bravo Thomas Ceccon, orgoglio italiano”, campione mondiale di nuoto nei cinquanta farfalla. Appena sopra, in evidenza, un riquadro esultante ci informa dal 24 maggio che – anche se non riusciremo ad andare in Sicilia in aereo – prima o poi, chissà quando, ci arriveremo passando dal ponte sullo Stretto: “Via libera dal Senato, il decreto Ponte è legge!”. Nell'attesa di partire, in questa canicola estiva con collassi da Prima repubblica, c'è tutto il tempo per riascoltare un disco del grande Giorgio Gaber. Si intitolava così: “Anche per oggi non si vola”.

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