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Sabato, 27 Aprile 2024
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Redazione

Non si uccide per troppo amore né per troppa passione

Rossella Nappini uccisa a coltellate, fermato un uomo di 45 anni

Tutti i giornali oggi hanno parlato di “pista passionale” per il brutale omicidio di Rossella Nappini avvenuto ieri nell’androne del suo palazzo a Trionfale. Di fronte all’ennesima tragedia di una donna morta per mano maschile è importante che tutti noi diventiamo consapevoli che anche i termini usati hanno un significato profondo. La narrazione della violenza sulle donne nasce da un pregiudizio profondamente radicato. Se un uomo viene privato della libertà ed è oggetto di violenza si dice subisca tortura ma se è una donna a subire tutto ciò si parla di violenza domestica, come se fosse un fatto privato, come se non toccasse la società in cui viviamo.

Usare il termine “delitto passionale” implica che l’uccisione sia dovuta a troppa passione. Questo fa pensare a una sorta di giustificazione. Ma non si uccide né per troppo amore né per troppa passione. Si uccide perché si considera la donna una proprietà, non si accettano né rifiuti né allontanamenti. Questo è indotto da una società che ha ancora, nonostante i tanti sforzi, un modello patriarcale che non riusciamo a scardinare.

Evitiamo di riferirci alle donne come se fossero vittime predestinate e agli uomini come se fossero dei mostri. Mentre i bambini vengono educati a essere forti, noi donne fin da bambine impariamo a non avere comportamenti che possano essere considerati provocatori, a tutelarci contro la violenza e a essere sempre dolci e comprensive. Diventa importante come ci vestiamo, come ridiamo, tutto diventa oggetto di giudizio. E questi uomini colpevoli sono i nostri fratelli, i nostri mariti, i nostri figli. Non agiscono in preda a un raptus ma sono il frutto di una società che non rispetta le donne e i loro desideri. Non tutti gli uomini sono così, non tutti gli uomini sono fragili al punto di non reggere una donna che smette di amarli e vuole essere libera di vivere la propria vita. 

Personalmente credo nel valore delle differenze e credo che gli uomini abbiano un enorme potenziale di amore e passione, ma vanno aiutati a comprendere come l’amore possa esistere solo se si parte dal rispetto pieno dell’altra persona. Lo dico innanzitutto da madre di due figli maschi.

In tutto questo i giornalisti possono fare molto per aiutare questa società ad evolvere a partire dal raccontare responsabilmente questi atroci fatti adoperando le parole più giuste.

*Assessora alle politiche della sicurezza, attività produttive e pari opportunità di Roma

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