rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024

Il commento

Marco Esposito

I TheBorderline erano già stati 50 ore in un'auto (e guidavano esausti)

La morte del piccolo Manuel nell’incidente causato da un gruppo di Youtuber è tutta colpa dei social network. A dirlo, tutti in coro, sono i molti attempati opinionisti che assiepano tv, giornali cartacei e radio. Dare la colpa a Youtube è l’alibi perfetto che ci assolve tutti. Assolve i genitori dei cinque youtuber che hanno dato vita alla challenge mortale, assolve la scuola che evidentemente non riesce a svolgere il suo ruolo di educatrice; assolve la società che da decenni ha imposto la dittatura della rincorsa all’audience, al successo e ai soldi facili; assolve noi che guardiamo e ci soffermiamo davanti a qualsiasi schermo pur di divorare la nostra dose di trash che ogni giorno ci viene somministrata.

Quello che è successo pochi giorni fa a Casal Palocco non è soltanto il frutto dell’attività di quattro youtuber all’inseguimento del numero maggiore di like, ma più probabilmente è il risultato di un sistema avvelenato che quasi tutti abbiamo contribuito a creare: l’unica cosa che conta è la visibilità, il successo, i soldi. Preferibilmente facili e veloci. Una rincorsa verso l’effimero che pare non conoscere sosta.

Virtuale che spaventa ma una realtà senza controlli

Non era la prima volta che i Theborderline mettevano in pratica questo tipo di sfida. Esattamente un anno fa hanno trascorso 50 ore in una Cinquecento noleggiata facendo su e giù tra Roma e Milano nonostante solo Matteo Di Pietro potesse guidare la vettura (3,2 milioni di visualizzazioni). Dieci mesi fa, la challenge era quasi identica: 50 ore in Tesla in tre persone (2,4 milioni di visualizzazioni). Tutto questo per dire che i Theborderline e il loro modo di fare video non erano e non sono un qualcosa di stravagante, raro o eccezionale. E che i loro comportamenti erano sanzionabili già allora. Praticamente il loro “lavoro”, il loro modo di intrattenere era sotto gli occhi di tutti. E, invece di essere messo sotto osservazione, veniva apprezzato e incoraggiato. Insomma, i Theborderline non erano considerati una variabile impazzita del mondo social, ma erano integranti nel sistema dell’intrattenimento audiovisivo; erano ricercati perché capaci di raggiungere un pubblico molto giovane che sfugge a molti media mainstream; erano blanditi, apprezzati e richiesti.

Non solo. Con la loro Lamborghini Urus i ragazzi hanno sfrecciato per il loro quartiere e per tutta Roma per oltre due giorni senza che nessuno li intercettasse, li fermasse per un controllo. Il tutto mentre – a quanto pare – violavano il limite di velocità e, secondo alcuni testimoni, sorpassavano a destra e guidavano con la macchina piena zeppa di telecamere e telefonini per riprendersi. La sensazione è che il controllo sul territorio, sulle infrazioni del codice della strada nella Capitale sia praticamente assente.

Eppure, i dati sugli incidenti stradali a Roma e in tutta Italia sono una sorta di bollettino di guerra. Nel 2022 gli incidenti stradali mortali sono aumentati. Una strage che nessuno sembra voler arginare. I dati della Polizia Stradale dicono che, a fronte di un incremento degli incidenti del 7,1% (70.554 contro i 65.852 del 2021), gli incidenti mortali - per un totale di 1.362 - e le vittime (1.489) sono aumentati rispettivamente del 7,8% e dell'11,1%. A Roma, nel solo 2022, le vittime della strada sono state ben 150. E i primi dati del 2023 non sono per nulla positivi

I like e le visualizzazioni sono gli eredi dello share e degli ascolti TV

I Theborderline non sono altro che la logica conseguenza del sistema esistente. Perché la logica folle che spingeva la crew a mettere in scena video sempre più pericolosi per inseguire un like, è la stessa che soggiace a moltissime trasmissioni televisive, reality, game show, che spingono a prove sempre più assurde e pericolose i loro concorrenti. Dalle prove della Talpa al gioco del fuoco dell’Isola dei famosi, dalla tigre affrontata da Leo Gullotta durante “Scherzi a Parte”, fino al gioco dei Rulli di Ciao Darwin. Più è pericolosa la “challenge”, più è rischiosa, più salgono click, like e condivisioni. In un tripudio di follia e ricerca di “audience” a cui tutti partecipiamo, ma di cui nessuno vuole vedere le conseguenze. E di cui non si parla. Almeno fino al prossimo incidente. 

Continua a leggere su Today.it...

Si parla di

I TheBorderline erano già stati 50 ore in un'auto (e guidavano esausti)

Today è in caricamento