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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Manovra: Cida, dopo cifre Inps si impone pausa riflessione


Roma, 17 ott. (Labitalia) - "Temiamo che il presidente dell’Inps abbia scoperto il gioco del governo: per arrivare a ricavare un miliardo di euro in tre anni dal ricalcolo degli emolumenti pensionistici, la soglia su cui intervenire non è quella, annunciata, di 90mila euro lordi annui, ma di 78mila, cioè poco più di 3.500 euro al mese. Altro che pensioni d’oro, saremmo allo ‘scippo d’oro'". Lo ha detto Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità commentando l’audizione del presidente dell’Inps, Tito Boeri, di fronte alla commissione Lavoro della Camera.


"Il balletto di cifre sulle pensioni -ha continuato- sta diventando insopportabile: la confusione ormai è massima e, cosa veramente grave, provoca sconcerto e preoccupazione in milioni di pensionati, da troppo tempo usati come il ‘bancomat’ delle disastrate casse statali".


"Il presidente dell’Inps, nella sede istituzionale del Parlamento, ha tirato fuori i dati, finora riservati, dell’impatto che le varie misure del governo in materia di pensioni, avrebbero -ha aggiunto- sulla spesa previdenziale: nei primi dieci anni la spesa aggiuntiva è stimata in circa 140 miliardi. Nessuna operazione di ricalcolo delle pensioni, qualora superasse i ‘paletti’ costituzionali, nessun contributo di solidarietà che venisse richiesto alle stesse categorie di pensionati che, negli anni, hanno così visto sfumare il 20% del loro potere d’acquisto, potrebbero realisticamente tamponare una falla finanziaria di queste dimensioni".


"Ma Boeri -ha aggiunto Ambrogioni- è stato esplicito anche nell’indicare i veri calcoli che consentirebbero di raggiungere quel miliardo di euro di ricavi in tre anni (minor spesa, in realtà) che il vicepremier Di Maio vorrebbe ottenere per destinarli, ha giustificato, alle pensioni più basse. Si può arrivare a un risparmio di 300 milioni l'anno, ha detto in audizione il presidente dell’Inps, se si riduce la soglia per l'intervento sulle ‘pensioni d'oro’ a 78mila euro lordi dai 90mila attuali. Aggiungendo che un altro modo per aumentare i risparmi è il blocco della perequazione per le prestazioni superiori a sei volte il minimo (3mila euro al mese) sul modello dell'intervento del governo Letta. Vi sarebbe, infine, l’aumento dei prepensionamenti per ottenere una platea di intervento più ampia".


"Insomma -ha aggiunto il presidente di Cida- i pensionati sono trattati alla stregua di una base di calcolo per sperimentare come trovare le risorse necessarie a dare un minimo di concretezza alle promesse elettorali dei partiti di governo. Una vergogna cui si aggiunge l’imbarazzo degli stessi parlamentari della commissione Lavoro che hanno denunciato la propria frustrazione nel discutere una proposta di legge che, leggendo i quotidiani, scoprono modificata, sostituita o del tutto soppressa".


"A questo punto si impone una pausa di riflessione per rispettare minimamente la dignità delle persone e dello stesso Parlamento. Proseguire con testardaggine e arroganza nel voler intervenire a tutti i costi sulle pensioni, rivela infantilismo politico e sciatteria istituzionale. Recuperiamo quanto prodotto dalle audizioni di fronte alla commissione Lavoro della Camera e sediamoci attorno ad un tavolo per trovare una soluzione equa e condivisa, che possa coniugare le esigenze di finanza pubblica, con le finalità sociali del governo e con i diritti dei cittadini-pensionati”, ha concluso Ambrogioni.


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