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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Alemanno pronto a lasciare Roma per affiancare Berlusconi nella corsa al 2013

Trema il Pdl nazionale per la decisione di re-incoronare Berlusconi senza passare dalle primarie. E trema Roma dove la squadra di Alemanno perde pezzi: arrestato Samuele Piccolo, vicepresidente del consiglio comunale, per finanziamento illecito. E voci interne al partito vogliono il sindaco sempre più vicino alle dimissioni. Sarà lui ad affiancare Silvio nella leadership?

Berlusconi è tornato ed ha sparigliato. "Senza di me il Pdl non esiste" ha spiegato ai suoi, e per questo "scendo in campo di nuovo come candidato premier". Una decisione che, vista dagli attuali vertici del Pdl - Alfano in primis - è stata recepita come una loro bocciatura. E così, a denti stretti, Alfano ha spiegato di essere pronto a farsi da parte, anzi, di essere lui il primo a sostenere la ri-candidatura di Re Silvio.

Messo in naftalina Alfano, Berlusconi è ora alla ricerca di chi lo affiancherà nel 'ticket' nella corsa verso Palazzo Chigi, "una donna" spiegano dal Pdl. Ma trovare la first lady del partito, che più indiscrezioni vogliono nella leader dei giovani di Confindustria, Federica Guidi, è forse la cosa più semplice da fare.

La vera impresa sarà tenere insieme il Pdl che, ora come ora, è più che mai diviso e sempre più simile a quello che era la Casa delle Libertà, dove - per citare un famoso sketch di Corrado Guzzanti - i vari inquilini facevano "un pò come c.... ci pare".

Basta quindi andare a leggere la varie reazioni alla decisione di riaffidare le sorti del centrodestra italiano a Silvio Berlusconi, per di più senza passare dalle primarie, per scoprire che mai come oggi è tornata in auge la divisione tra "ex" Forza Italia - tutti ovviamente a favore del ritorno di Re Silvio - e tra "ex" Alleanza nazionale.

Ed è proprio qui che Berlusconi dovrà dimostrare di essere ancora quell'animale politico capace di mediare anche l'impossibile per tenere insieme quello che, oggi, non è un partito.

Ed ecco che potrebbe entare in scena, direttamente dal Campidoglio di Roma, Gianni Alemanno.

Alemanno sarebbe, per Berlusconi, l'uomo perfetto da tenere al proprio fianco per convincere gli "ex" An a continuare sulla vecchia strada. E per Alemanno questa potrebbe essere la tanto attesa porta  per uscire da quel pantano che è oggi governare una città come Roma che, tra debiti, empasse del consiglio comunale sulla vendita del 21% di Acea - la multiutility dell'acqua e dell'energia - e, ultima notizia, l'arresto di Samuele Piccolo, vicepresidente del Consiglio ma soprattutto re delle preferenze all'interno del Pdl, è ormai ingovernabile.

L'ex ministro dell'Agricoltura nei governi Berlusconi 2 e 3 non vede infatti l'ora di avere il 'casus belli' per dimettersi e passare così da 'sindaco integerrimo' che ha provato a rinnovare una città impossibile da rinnovare ed è pronto, da ex sindaco della Capitale, a rivestire il ruolo di opposizione - da destra - al governo 'delle banche' guidato da Mario Monti.

E tra Acea e il caso Piccolo, Alemanno potrebbe aver finalmente trovato il maniglione antipanico per aprire la porta dell'uscita di sicurezza del Campidoglio.

Ma vediamo perché sarebbe proprio Alemanno l'uomo perfetto per affiancare Silvio nella leadership del Pdl.

GLI 'EX' FORZA ITALIA - Se c'è un politico che meglio di chiunque altro incarna il ruolo di 'vedovo' di Forza Italia, questi è l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan.

"Berlusconi in campo mi fa godere. Sto godendo molto di più di un orgasmo. Questo godimento dura di più, moltissimo". Quindi l'attacco ai suoi compagni di partito: "Chi tra i nostri aveva già impostato la sua vita, la carriera e le speranze sul fatto che non ci fosse più Berlusconi se la sono presa in quel posto. Spero che molti di questi vengano lasciati a casa".

E ancora: "Berlusconi è quello che fa politica da meno tempo - dice - rispetto, per esempio, a Casini che è in Parlamento dal 1983. L'età non conta, lui è un fuoriclasse e sembra più giovane di Alfano, che può fare il segretario del partito. Nessuno prende i voti come lui. Berlusconi ha un quid grosso così, e ha pure avuto la classe politica di aver chiesto scusa per non aver fatto quello che aveva promesso".

Per chiudere, ecco l'attacco agli 'ex' An: "Questa volta - aggiunge Galan - si circondera' di piu' liberali e meno di ex missini o ex socialisti statalisti. La rivoluzione liberale mica la puoi fare con Tremonti, Gasparri e La Russa".

IL RUOLO DI ALEMANNO - Ed è qui che entra in gioco Alemanno. Il sindaco di Roma sarebbe infatti l'unico a poter tenere insieme le due anime del Pdl e a 'calmare' i bollenti spiriti dei Gasparri e dei La Russa. E in questo senso possono essere lette le sue parole 'tranquillamente belligeranti' contro la decisione di Berlusconi e dei suoi di non andare alle primarie ma di procedere all'incoronazione diretta dell'ex premier: "Avrei preferito la candidatura di Alfano".

E quanto alle primarie, "io sono rimasto a quello, e credo che alla fine bisogna farle. Bisogna capire se la candidatura di Berlusconi è un fatto definitivo o interlocutorio. Io pensavo che il candidato fosse Alfano quindi prima di esprimere un giudizio voglio che ci sia un confronto negli organi del partito". Lo ha detto il sindaco di Roma ed esponente del Pdl, Gianni Alemanno, ospite mercoledì sera di 'In onda' su La7.

"Credo ci debba essere un momento in cui il partito, l'ufficio di presidenza, la direzione nazionale sanciscono una candidatura importante", ha aggiunto. "Andiamoci piano - ha esortato ilprimo cittadino di Roma - capiamo bene cosa si vuol fare anche con la legge elettorale. Io avrei preferito una candidatura di rinnovamento, pensavo Alfano fosse la candidatura giusta". Chiusura: "Ho chiesto un appuntamento a Berlusconi, voglio confrontarmi faccia a faccia".

Contattati da Today.it, alcuni nomi importanti del Pdl - romano e nazionale - spiegano chiaramente, ma solo a microfoni spenti, come quella delle dimissioni anticipate di Alemanno potrebbe essere la "mossa  perfetta" per ri-sparigliare, stavolta da destra, le carte su scala nazionale. "Una giusta via d'uscita non solo al problema dell'annullamento delle primarie del Pdl, ma anche alla difficoltà di continuare ad amministrare Roma" ci spiega un deputato Pdl nonchè vero 'rais' romano del partito.

Ecco perché, oggi, nel centrodestra romano è il caos....

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