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Domenica, 28 Aprile 2024
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Conte-Di Maio: la guerra per il controllo del M5s

La partita del Quirinale ha lasciato scorie pesanti: si parla di resa dei conti. Le politiche 2023 non sono così lontane e il nodo, forse, è davvero tutto lì: chi avrà il potere di gestire le liste di candidati?

Luigi Di Maio contro Giuseppe Conte. Il ministro degli Esteri, che è anche presidente del Comitato di garanzia del M5S, ha lanciato una sorta di opa sul movimento, che è però guidato dalla scorsa estate dall'ex premier. 

"Alcune leadership hanno fallito, hanno creato tensioni e alimentato divisioni, serve una riflessione interna. È chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti" ha detto Di Maio. Il nodo vero, ma è solo l'ultimo dei tanti, è stato il tentativo di Conte, d’intesa con il leader della Lega Matteo Salvini, di spingere sabato sera per la candidatura al Quirinale del capo dei servizi segreti Elisabetta Belloni. Il Pd di Letta non se l'aspettava, non in modo così sfacciato almeno, si è rischiato di far implodere un'alleanza già di per sé fragile. Conte non ci sta e sembra quasi sfidare Di Maio alla conta degli iscritti: "Se Di Maio ha delle posizioni le chiarirà, perché lui era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti".

La "conta" non sarebbe altro che un congresso, in teoria, roba da partiti veri, nulla di male. Difficile però che vi si arrivi, più probabile è una conta negli organismi interni del movimento a cominciare dai cinque vicepresidenti. Ma quanti sono i dimaiani, e quanti i contiani nel M5s oggi come oggi?  I dimaiani, "che sostengono di aver aumentato le loro truppe parlamentari durante la battaglia quirinalizia arrivano a 80/100 su 230 circa, parlano ormai apertamente di possibile scissione", scrive oggi il Sole 24 Ore. "Quel che è chiaro è che la disfida interna coinvolge direttamente il governo guidato da Mario Draghi, e anzi in un certo senso si svolge proprio nel nome del premier" Conte non ha mai visto di buon occhio la candidatura al Colle di Draghi: "Ho chiesto un chiarimento a Draghi. Non possiamo limitarci ad assicurare la stabilità del governo: dobbiamo promuovere un confronto per siglare un patto con i cittadini in cui individuare le priorità", dice l'avvocato di Volturara Appula. 

Nel M5S la battaglia è iniziata. E si parla di resa dei conti ormai prossima, se non addirittura di scissione. Duro il giudizio del deputato dimaiano Gianluca Vacca a proposito della strategia adottata dal Movimento nel test quirinalizio: "Evidentemente qualcosa non ha funzionato dal punto di vista strategico. Innanzitutto andrebbe convocata una vera assemblea, Conte deve rispondere alle nostre domande. Credo che il muro contro muro non serva a nulla, serve un chiarimento trasparente. La nostra strategia è stata deficitaria nella partita del Quirinale", dice all'Adnkronos Vacca. E a chi gli chiede di un possibile congresso, risponde: "Un'assemblea non basterà, serve sicuramente un chiarimento ampio su tutte le dinamiche degli ultimi giorni e in generale sulla gestione del M5S, poi vedremo che strada prendere dopo il chiarimento"

La verità secondo la Stampa è che per l’ex premier la convivenza con Di Maio non è più possibile. Si starebbe addirittura "andando verso un processo, non un confronto. È questa l’idea che circola tra i big vicini al leader M5S. Vogliono portare delle accuse contro Di Maio, per aver tramato nell’ombra, durante la partita quirinalizia, per aver puntato su altre candidature rispetto a quelle della cabina di regia e per aver creato una corrente, vietata dallo Statuto". E poi ancora: "In gioco, ci sarebbe una sentenza di espulsione. Ma a emetterla dovrebbero essere gli iscritti M5S con un voto in Rete, perché Conte non vorrebbe sporcarsi le mani di sangue". Difficile in ogni caso. Di Maio è e resta una carta preziosa per il futuro del movimento. Il ministro non si presterà ad un gioco al massacro. Non vuole arrivare a una scissione. Non vuole lasciare il Movimento che ha contribuito a a far crescere fino al trionfo delle politiche 2018. Circolano voci inconfermabili secondo cui in ogni caso avrebbe un porto sicuro in cui approdare. Il leader di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, durante il faccia a faccia tra i due avrebbe offerto una sponda: "Se ci sarà bisogno, potrai riunire il tuo gruppo e unirti a Coraggio Italia", la proposta. 

In ballo ci sono posti importanti, strategie di breve respiro. I contiani credono che Di Maio non voglia un rimpasto, perché potrebbe subire la sostituzione della sua fedelissima Laura Castelli, viceministra all’Economia, con il braccio destro di Conte, Mario Turco. In tutto ciò, Alessandro Di Battista si schiera con Conte e lo difende da quelli che definisce  "attacchi vigliacchi". Le elezioni politiche 2023 non sono così lontane e la partita, forse, è davvero tutta lì: chi avrà il potere di gestire le liste di candidati, partendo dalla certezza che il M5s porterà in parlamento, comunque vada a finire, molti meno deputati e senatori rispetto all'ultima tornata? La partita del Quirinale ha lasciato scorie pesanti.

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