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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'affondo

Crosetto replica al veleno: "Conte ha detto 5 volte sì ai 5 invii di armi all'Ucraina"

Con una nota, il ministro della Difesa replica al monito del presidente del Movimento 5 Stelle in piazza per la pace: "Conte stia sereno"

"Giuseppe Conte dice che non mi devo azzardare a un nuovo invio di armi senza passare dal Parlamento. Conte può stare sereno, il Ministero, non il Ministro, che non dispone delle istituzioni nè delle organizzazioni, ma le rappresenta e le serve, seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana". Così in una nota il ministro della Difesa Guido Crosetto replica a quanto detto dal presidente del M5s Giuseppe Conte alla manifestazione per la pace a Roma. 

"Per quanto riguarda l'invio di armi all'Ucraina, il Ministero sta dando attuazione e darà attuazione a quanto previsto dai cinque decreti già approvati in base all'autorizzazione data dal Governo precedente, il governo Draghi, sostenuto da una maggioranza di cui Conte ed il suo partito, i 5 Stelle, erano il principale gruppo e sostegno in Parlamento. I 5stelle e Conte hanno detto cinque volte sì ai cinque invii di armi all'Ucraina che nei mesi passati e prossimi abbiamo inviato e invieremo - aggiunge il ministro - Evidentemente i 5 Stelle e Conte oggi hanno cambiato idea, ma solo a partire da oggi. Arriva giusto in tempo, questo cambio radicale, per strumentalizzare le ragioni e il corteo delle associazioni pacifiste che, come ho detto in una intervista rilasciata ieri ad Avvenire, rispetto e comprendo e con cui sono e sarò sempre disponibile a interloquire. Con chi, come Conte, invece, cerca solo di lucrare sul pacifismo e sugli ideali dei pacifisti, dimenticandosi che le armi di cui critica l'invio oggi sono state autorizzate dal suo partito e dal governo che sosteneva, ogni dialogo è francamente complesso".

"Per ciò che riguarda il futuro posso comunque rassicurare il presidente Conte che saranno utilizzate le stesse procedure che lui ha accettato, approvato e avvallato, nei mesi scorsi. Segnalo infine che la frase minacciosa e intimidatoria del presidente Conte ("Crosetto non si azzardi") ha evidentemente come presupposto culturale un approccio alle istituzioni privatistico e autoritario: non mi azzardo a fare nulla, ma agisco in nome e per conto dello Stato, ottemperandone tutte le leggi. Ma forse chi ha vissuto la 'compressione democratica' creatasi a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e dell'utilizzo dei Dpcm, durante la pandemia, ha maturato un'idea sbagliata sulle istituzioni ed il loro potere" conclude Crosetto.

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