In Europa 14 milioni di giovani non studiano e non lavorano: è allarme
Un focus di Presseurop.eu ci consegna uno scenario inquietante: la Generazione Neet è in costante aumento. Il 15,4% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni "non fa altro che guardale la televisione in pantofole per tutto il giorno". Colpa della crisi, certo. Ma anche di una società ormai malata
E' un articolo di Presseurop.eu a fare il punto, stavolta, sulla cosiddetta Generazione Neet. Sono i giovani "che non studiano e che non lavorano". Un fenomeno che cresce di anno in anno e che negli ultimi mesi è arrivato a toccare le cifra record di 14 milioni in tutta Europa.
Fleur de Weerd, blogger olandese, ha chiesto a diversi esperti di disoccupazione giovanile di leggere i dati sul numero dei giovani "che non lavorano, non studiano e non seguono alcuna formazione" ("Not in employment, education or training”, Neet).
E così ha risposto Massimiliano Mascherini della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro.
Le cifre dell’aumento della disoccupazione giovanile sono sconvolgenti. Oltretutto, in genere in questi calcoli si tiene conto soltanto di coloro che sono pronti a lavorare e vogliono lavorare, mentre è in forte aumento il numero di coloro che sono senza motivazioni e si stanno estraniando dal mercato del lavoro
Secondo quanto analizzato dalla Fondazione di cui fa parte Mascherini e riportato da Presseurop.eu i giovani europei che non fanno nient’altro che guardare la televisione in pantofole sono 14 milioni, pari al 15,4 per cento dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni.
Alcuni sono disoccupati per loro scelta, altri viaggiano, ma la maggior parte non fa niente. Hanno scarsa fiducia nelle istituzioni e nel prossimo. Sono isolati socialmente e politicamente. E hanno anche maggiori probabilità di finire in reti malavitose.
Ma come reagiscono i giovani "Neet" a questa drammatica situazione? E' Tom Eimers, direttore del Knowledge Centre for Professional Education and the Labour Market (Kba) a rispondere.
Nei paesi anglosassoni e dell’Europa centrale e orientale, i Neet sono passivi: sono delusi dalla società e dalle istituzioni e hanno la sensazione che nessuno voglia aiutarli. In reazione a ciò si allontanano dalla società, ritengono poco importante la politica e in buona parte non votano. Ciò che meglio li definisce è presto detto: guardare la televisione, isolarsi dalla società, starsene da soli.
Nei paesi del Mediterraneo, invece, questa difficile categoria di giovani è - come spiega Mascherini - politicamente attiva. Ci sono ottimi motivi per i quali i giovani scendono a manifestare in piazza in Spagna e in Grecia: non si sentono rappresentati i loro interessi dalla classe politica. Sono inclini all’estremismo. Se in quei paesi emergesse un blocco estremista, c’è il rischio non indifferente di un ampio supporto da parte di questi giovani.