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Sabato, 27 Aprile 2024
Lavoro

Jobs Act, scontro sul decreto

Il provvedimento che modifica le norme sui contratti a termine oggi in aula alla Camera. Padoan: "Farà aumentare l’occupazione". E il governo mette la fiducia

ROMA - C'è un clima di forte tensione tra le forze politiche sul decreto lavoro - il cosiddetto Jobs Act del ministro Poletti - approdato oggi alla Camera. Mentre il governo ha posto la fiducia sul provvedimento dopo un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, gli schieramenti cominciano a delinearsi spaccando in due la maggioranza. Il decreto deve passare anche al Senato e dev'essere convertito in legge entro il 19 maggio.

MAGGIORANZA DIVISA - Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano voterà alla Camera la fiducia sul decreto lavoro, ma la vicenda non è chiusa perché in Senato darà "battaglia" per modificare il testo. «Al momento non c'è accordo sul decreto lavoro, noi non lo votiamo», aveva avvisato in mattinata Fabrizio Cicchitto intervistato a Coffee break. E' un passo avanti rispetto alla riforma Fornero, ma la proposta era migliore prima del passaggio in commissione». Per il deputato del Nuovo centrodestra, «all'interno del Pd c'è una discussione aperta sul tema, siamo in attesa di chiarimenti». Sulla stessa lunghezza d'onda Maurizio Sacconi: «Insistiamo a chiedere il ripristino sostanziale delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato perché siamo convinti che esse sono essenziali per incoraggiare la maggiore occupazione. A questo punto solo un accordo nella maggioranza può consentire l'ulteriore iter del provvedimento». Per il presidente dei senatori di Ncd, «come hanno rilevato tutte le organizzazione dei commercianti e degli artigiani, le rigidità riproposte dagli emendamenti Pd avrebbero l'effetto di inibire l'uso di quei contratti di apprendistato che pure rimangono il miglior modo con cui i giovani possono entrare nel mercato del lavoro». E secondo Nunzia De Girolamo, capogruppo alla Camera del partito, «solo un accordo nella maggioranza può consentire l'ulteriore iter del provvedimento lavoro».

LE MODIFICHE - Le modifiche più contestate del nuovo testo sono la riduzione delle proroghe consentite per i contratti a tempo in 36 mesi, che passano da 8 a 5, e l’obbligo per le imprese con oltre 30 dipendenti di assumere il 20% degli apprendisti. Gli altri emendamenti riguardano la conferma e l’ampliamento del diritto di precedenza per i lavoratori e lavoratrici in maternità con contratto a termine nelle future assunzioni a tempo indeterminato con la stessa mansione. Per quanto riguarda l’apprendistato, viene ripristinata una quota di formazione pubblica.

LA DIFESA DI PADOAN - La posizione di Ncd rischia di creare una frattura nella maggioranza di governo. In mattinata il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, era tornato a difendere il decreto: «Accelera il beneficio in termini di occupazione della ripresa che si sta consolidano». L’esponente del governo ha assicurato poi che «le coperture per gli ammortizzatori sociali si trovano». Ma anche all’interno dello stesso Pd le posizioni non sono unanimi. «C’è un grande dibattito sul decreto lavoro tra Ncd e Pd - fa notare Pippo Civati, leader della minoranza. Il bello è che non vanno bene né la proposta dell’uno né il tentativo di mediazione dell’altro». 

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