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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Sentite Fini: "Io, Berlusconi e Casini volevamo fare come Renzi"

Da leader a trombato. L'uomo che spense la fiamma, l'ultimo segretario del Movimento sociale italiano, si ripropone in una convention: "La destra non è quella dei fratellini d'Italia"

E se vi dicessimo che Renzi è l'applicazione - riuscita - del piano che dieci anni fa avevano in mente Berlusconi, Fini e Casini? Fantapolitica? Forse. Ma se vi dicessimo che a parlare così è uno dei tre che fecero la Casa delle Libertà? Proprio così. Gianfranco Fini, "l'ultimo segretario del Movimento sociale italiano" torna con una convention dallo spot discutibile che lo vede nei panni di un allenatore di calcio. E torna come la sua storia insegna: sparigliando le carte. Solo che, stavolta, di carte in mano non ne ha e sul tavolo il piatto offre ben poco. La destra, oggi, è ai minimi termini. Colpa del suo fallimento, della fine del centrodestra, delle vicende giudiziarie di Berlusconi e dei flop elettorali di Alfano e Meloni. Ma non solo.

La colpa della fine della destra che fu è di ... Matteo Renzi. Proprio così: "Quando sento Renzi parlare di partito della nazione - ha spiegato Fini intervenendo ad Agorà, su Rai Tre - io salto sulla sedia, perché questa idea richiama quello che cercavamo di fare proprio all`inizio nel centrodestra con Berlusconi e Casini: un grande rassemblement che cercasse di superare anche alcune contrapposizioni con la sinistra". Ecco perché abbiamo puntato forte su questo titolo: "Io, Berlusconi e Casini volevamo fare come Renzi". Renzi ha studiato Berlusconi (attenzione, non "da" Berlusconi) e la sua idea di egemonizzare la politica italiana. E quando si è trattato di conquistare voti, ha scelto di pescare dal bacino più ricco: quello del centrodestra. 

"Il centrodestra  ha perso in due anni 6 milioni di voti". Il motivo? Per Fini è semplice: "E' una torre di Babele in cui si parlano troppo lingue diverse. Dentro Forza Italia i nodi stanno venendo al pettine: è difficile in quel mondo politico, anche per la forte personalità che ha Berlusconi, avere dialettica, confronto, votazioni e momenti in cui possano esistere posizioni diverse tra di loro. E così chi crede ancora a determinate categorie politiche, come ad esempio Fitto, a lungo andare soffre".

E Fratelli d'Italia? Qui Fini si scalda: "I fratellini d`Italia, o cuginetti di campagna, non possono usare la storia di Alleanza nazionale per sostenere ciò che vanno dicendo. Ed è un problema tutt`altro che personale, perché Alleanza nazionale è stata l`apertura della destra ad un mondo moderato, mentre oggi chi usa quel nome è diventata l`ultima ridotta veteromissina. E lo dice l'ultimo segretario del Movimento sociale italiano, senza nulla di personale: è un'analisi politica". Infuocate, poi, le parole di commento alla linea 'no Euro' di Meloni, Alemanno e La Russa: "L'ipotesi di uscire dall'Euro mi fa inorridire perché loro usano il simbolo di Alleanza nazionale che ha tutta un`altra storia a proposito del rapporto con l`Europa. È una posizione politica che contrasta radicalmente con un programma di centrodestra".

Chiudiamo riportando le parole con cui, in realtà, è iniziata l'intervista di Fini: quelle con cui spiega il suo ritorno sulla scena politica con una convention in programma a Roma il 28 giugno. "Io non mi candido a nulla, so di non essere l`uomo per tutte le stagioni, cerco solo di organizzare una discussione perché me lo chiedono tanti e tanti elettori di centrodestra". 

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