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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Firme false, pasticcio 5 Stelle a Palermo: otto indagati, deputata si autosospende

Claudia La Rocca ha chiamato in causa chi avrebbe copiato assieme a lei, la notte del 3 aprile 2012, più di mille firme per presentare la lista M5S alle Amministrative di Palermo. Ora Molte delle firme sono state disconosciute da decine di persone convocate negli uffici della Digos

PALERMO - Il blog dei 5 Stelle Palermo è fermo al 21 luglio, la pagina Facebook ad agosto. Lo scandalo firme false ha gettato nel caos il Movimento pentastellato in Sicilia e la deputata regionale Claudia La Rocca si è autosospesa. Da oggi sono formalmente indagati otto persone, fra onorevoli e attivisti che, secondo l'accusa, ricopiarono in fretta e furia più di mille firme per presentare la lista M5S alle Amministrative di Palermo.

Nelle audizione tenute al Palazzo di Giustizia sarebbero emerse le responsabilità di otto persone che ora dovranno comparire davanti al procuratore aggiunto Bernardo Petralia e al sostituto Claudia Ferrari.  Da chierire le posizioni di coloro che materialmente avrebbero coordinato le operazioni di ricopiatura, la notte del 3 aprile 2012, dopo che gli attivisti grillini si erano resi conto dell'errore materiale su un luogo di nascita di un candidato nel timore che tutto si perdesse e che la lista fosse respinta dal Tribunale.

"La firma falsa non è una firma falsa, è una firma copiata - disse qualche giorno fa Beppe Grillo, leader del Movimento, parlando del caso - dimenticando che la partecipazione alle Comunali era fondamentale per candidarsi alle successive Politiche del 2013 come si legge sullo stesso blog pentastellato: “I candidati al Senato e alla Camera potranno essere tutti coloro che si sono presentati alle elezioni comunali o regionali, certificati con il logo del Movimento 5 Stelle e o liste civiche 5 Stelle”. Claudia Mannino e Samantha Busalacchi, furono tirate in ballo dal primo grande accusatore nello scandalo palermitano, l'ex attivista Vincenzo Pintagro che sollevò il caso a Le Iene, poi querelato dalle stesse per diffamazione.

Molte delle firme sono state disconosciute da decine di persone convocate negli uffici della Digos. Resta da accertare il ruolo di ciascuno dei presenti. Al vaglio dei pm ci sono le dichiarazioni di tutti coloro che sono stati convocati in questi giorni in Procura. La deputata regionale Claudia La Rocca ha ampiamente collaborato all'inchiesta chiamando in causa chi avrebbe copiato assieme a lei e facendo i nomi di chi era presente o più o meno partecipe.

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