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Domenica, 28 Aprile 2024
Le dichiarazioni

Giorgia Meloni: "Il Superbonus la più grande truffa verso lo Stato della storia"

Durante le registrazioni di "Quarta Repubblica" (Rete 4) la presidente del Consiglio è tornata ad attaccare duramente il bonus edilizio. E sul nodo delle europee afferma: "Le possibilità che mi candidi sono al 50%"

Parole durissime quelle espresse da Giorgia Meloni sul Superbonus nel corso della registrazione di "Quarta Repubblica", programma di attualità condotto da Nicola Porro su Rete 4. La premier si scaglia contro il peso della misura edilizia per le tasche dei cittadini e per i conti della finanza pubblica. "La norma è scritta così male che si è configurata come la più grande truffa ai danni dello Stato italiano della storia, per i miliardi di euro di truffe che stanno venendo fuori; sono qualcosa che non si e' mai visto prima in un unico provvedimento", ha affermato Meloni. 

"Risorse a beneficio dei più ricchi"

Porro chiedeva alla premier se, trovandosi al governo durante il periodo della pandemia, avrebbe adottato una misura come il Superbonus. "No, così non lo avrei mai fatto", la replica Giorgia Meloni. "Non è propaganda. "Il Superbonus - ha spiegato - partiva da un principio condivisibile, ma il problema è come è stato fatto. Perché al netto del fatto che noi ci siamo trovati con 140 miliardi di euro di buco per tutti questi bonus, al netto del fatto che con il tema della cessione dei crediti abbiamo favorito banche, intermediari, che ricompravano quei crediti al 30%".

"La misura costa a ciascun italiano, neonati compresi, e compresi quelli che non hanno una casa, più di 2mila euro a testa. Il 50% di queste risorse sono andate a beneficio del 10% della fetta più ricca della popolazione, cioè gente che non aveva una casa ha pagato per ristrutturare la seconda casa del milionario", ha sottolineato la premier, che nel corso delle registrazioni prosegue: "Poi c'è anche il tema che l'Ufficio parlamentare di bilancio stima che il 50% di queste risorse, pagate da tutti perché c'era qualcuno che andava in giro a dire 'gratuitamente ti ristrutturi casa', ma a Roma si dice 'daje a ridere', nel senso che lo Stato non fa mai niente di gratuito, perché sono soldi tuoi, quindi se te li mette da una parte te li sta togliendo da un'altra, e già questo configura la serietà di alcuni slogan". 

Sul tema era intervenuto nei giorni scorsi Antonio Tajani: "Forza Italia ha già ottenuto un risultato importante durante il dibattito sulla manovra, siamo riuscito a ottenere una sorta di sanatoria per quanto riguarda anche coloro che nel 2023 non avevano rispettato tutte le regole. In più, visto che rimane il bonus del 70%, siamo riusciti a ottenere che, per i meno abbienti, lo Stato paghi la differenza tra 70 e 110%. Forza Italia ha dato un grande segnale di attenzione ai più deboli", ha insistito il ministro degli Esteri. "Purtroppo non si può fare di più perché il ministero dell'Economia ci ha detto che il buco è troppo grande, purtroppo non ci sono stati controlli, gli errori sono stati sotto il governo Conte".

Critico il Pd, che ha parlato di "telenovela del superbonus". "Solo pochi giorni fa parlamentari di Fratelli d'Italia si erano permessi di proporre emendamenti per prorogare il superbonus 110 e introdurre il Sal straordinario: proposta stroncata dal Mef nel giro di poche ore. Una bocciatura che, non solo mortifica le richieste del mondo delle costruzioni e di tante famiglie esodate del superbonus, ma che dimostra anche il livello di scontro interno alla maggioranza", ha scritto in una nota il senatore dem Michele Fina.

"Viene quasi da esprimere solidarietà agli esponenti di Fratelli d'Italia e Forza Italia che continuano a chiedere interventi sul superbonus mentre il Governo, non solo li ignora, ma addirittura li costringe a rinunciare alle proprie prerogative parlamentari", ha aggiunto.

"Possibilità di candidarmi alle europee al 50%"

Incalzata sulla sua candidatura alle prossime elezioni europee Meloni resta vaga: "Vediamo". "Me la cavo così perché non ho deciso, penso che deciderò all'ultimo, quando si formano le liste", ha aggiunto.

"Si figuri se non considero importante misurarmi con il consenso dei cittadini. È l'unico elemento che conta per me", ha replicato a Porro. "I cittadini che dovessero votare per una Meloni che si candida in Europa sanno che non ci va, ciò non toglie che se vogliano confermare o confermare un consenso, anche quella è democrazia. Per me potrebbe essere importante verificare se ho ancora quel consenso". 

La presidente del Consiglio ha poi affermato che deciderà soltanto quando si formeranno le liste: "Le possibilità che mi candidi sono al 50%".

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