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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Dio, patria e tengo famiglia. Meloni difende la nomina di La Russa jr. al Piccolo di Milano

"Le persone, indipendentemente dal cognome che portano, devono avere delle possibilità", ha detto la presidente del Consiglio

Giorgia Meloni interviene sulle polemiche scatenate dalla nomina di Geronimo La Russa nel Cda del teatro Piccolo di Milano. Il figlio della seconda carica dello Stato, è stato indicato ai vertici della storica istituzione culturale meneghina dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. La Russa jr, 43 anni, oltre a gestire lo studio legale che era del padre, è da anni presidente di Aci Milano e siede in vari consigli d'amministrazione, da M-I Stadio, la società che gestisce il Meazza, a M4.

"Anche chi ha un cognome deve avere possibilità"

"Francamente non conosco la vicenda - ha spiegato la premier - e quale sia stato il modo con cui è stata decisa la nomina. Io conosco Geronimo La Russa per essere persona che ha fatto diverse cose nella sua vita e tendenzialmente non per indicazione del padre. Dopodiché capisco che possa generare polemiche, però penso anche che le persone, indipendentemente dal cognome che portano, debbano avere delle possibilità. Altrimenti dovrei considerare che per esempio tutti quelli che hanno un cognome affine a un politico e magari si trovano nelle partecipate statali ci siano arrivati su raccomandazione".

L’attacco del Pd: "Strehler e Grassi si staranno rivoltando nelle tombe"

Molte le critiche alla designazione da parte delle opposizioni "La sorella della premier al partito, il cognato al governo. Poteva esser da meno il presidente del Senato Ignazio La Russa? Il suo collega di partito, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, ha designato il figlio come suo rappresentante nel consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro. Giorgio Strehler e Paolo Grassi si staranno rivoltando nelle tombe". Così il responsabile cultura del Partito Democratico, Sandro Ruotolo.

E al Nazareno c’è anche chi la prende con ironia, come il deputato Matteo Orfini: "Fanno il Ministero dell'Istruzione e del Merito - scrive su X - e poi nominano il figlio di La Russa, attualmente presidente dell'Automobile Club di Milano, nel cda del teatro Piccolo. Sicuramente avrà un senso, magari vogliono trasformarlo in un parcheggio".

Chi invece non scherza è Angelo Bonelli, portavoce di nazionale di Europa verde, che ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura per far luce sulla vicenda: "Quello di Giorgia Meloni - si chiede - è un governo o un centro per l'impiego riservato ai vari cognati e figli? Dalla famiglia del presidente del Senato, che, ricordiamo, è la seconda carica dello Stato, ci si aspetterebbe sobrietà".

Figli e parenti, una costante del governo Meloni

A onor del vero, quello dei parenti è un tema abbastanza ricorrente dell’attuale esecutivo. Il caso più eclatante resta ovviamente quello del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, "quasi cognato" della premier perché convivente della sorella Arianna, a sua volta nominata da Giorgia alla guida del partito. Ma diversi cognomi "importanti" compaiono in ambienti sportivi: in Federcalcio lavorano infatti Filippo Tajani, figlio del ministro degli Esteri e la giovanissima Marta Giorgetti, figlia del ministro dell’Economia e delle Finanze; Lorenzo La Russa, altro figlio del presidente del Senato, compare invece nel comitato organizzatore delle olimpiadi invernali di Milano.

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