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Domenica, 28 Aprile 2024
la contrarietà

Meloni ribadisce: "L'Italia non accede al Mes, lo firmo con il sangue"

Il governo Meloni dovrà andare in Parlamento per ratificare la modifica del Mes da parte italiana. Ma la discussione sul tema continua

"L'Italia non accede al Mes. Lo posso firmare col sangue". Senza troppi giri di parole, la presidente del Consiglio italiano ribadisce la sue posizione sul Meccanismo europeo di stabilità, comunicata nella registrazione di 'Porta a porta', in onda stasera su Rai1. L'appuntamento nel salone di Bruno Vespa era previsto per ieri, rimandato poi a oggi. Quello della riforma del Mes "secondo me non è un grande tema, se rimaniamo gli unici che non approvano la riforma blocchiamo anche gli altri. Ne discuterà eventualmente il Parlamento", afferma il capo dell'esecutivo, rimarcando la sua idea sul Mes, considerato da buona parte delle forze politiche tricolore (e non solo) una sorta di braccio armato dell'austerity europea pronto a piombare sulle nostre disastrate casse per incatenare l'Italia a riforme "esigenti", come successo in Grecia.

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La contrarietà italiana al Mes

Le polemiche nostrane però contrastano con il pensiero dei fautori della riforma, che giurano di aver imparato la lezione della crisi ellenica, introducendo le nuove norme del Mes: ora la riforma del Mes, che di fatto è un trattato intergovernativo e non una vera e propria istituzione Ue, eviterà scenari apocalittici e aiuterà a stabilizzare gli Stati in crisi.

Queste rassicurazioni, però, non hanno ancora convinto del tutto l'Italia, che resta uno dei pochi paesi membri dell’Eurozona (l'altro è la Germania) a non aver ratificato il testo. Ma se nel caso di Berlino, l'iter è bloccato per via di un ricorso alla Corte costituzionale tedesca, in Italia lo stop è frutto di una spaccatura all'interno della maggioranza.

La lunga querelle del Mes continua, quindi. L'attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all'epoca all'opposizione, dichiarava che il suo partito si sarebbe opposto in maniera "totale" al Mes, per evitare "altri cappi intorno al collo" da parte di Bruxelles, respingendo "con tutte le forze questo ennesimo tentativo di riforma di un Trattato che non fa gli interessi dell’Italia".

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Ora, proprio il governo Meloni dovrà andare in Parlamento per ratificare la modifica del Mes da parte italiana. Ma la discussione sul tema continua. "La domanda che voglio fare, prima di entrare nel dibattito che poi farò col Parlamento sulla ratifica o meno di una cosa che secondo me rimane poco utile è 'possiamo rendere utile questo strumento?'", ha chiesto Meloni nel salotto di Porta a Porta. E poi ha continuato: "Il direttore del Mes ha detto che sono aperti alla posizione dell'Italia. Vorrei parlare con lui per capire se c'è un modo per prendere un fondo a cui nessuno accederà, in ogni caso non l'Italia, e farne diventare un fondo utile, con minori condizionalità, con priorità diverse, e una cosa che non rischi di mettere un cappio al collo", ha concluso. 

Gli altri temi economici: Pos, reddito di cittadinanza e caro bollette

Meloni, durante il suo intervento a Porta a Porta, passa in rassegna i temi economici e partire dalla questione che nella legge di bilancio occupa gran parte delle risorse disponibili. Per mitigare gli effetti del caro energia sulle bollette degli italiani si è lavorato sia sul fronte interno, sia su quello estero, con il tetto al prezzo del gas soprattutto. "Noi volevamo un price cap a 160 euro. L'Europa ha stabilito 180 - spiega -. Comunque, dopo avere deciso il price cap, oggi il prezzo del gas è a 96".

Sempre intervenendo al programma di Bruno Vespa, Meloni chiede il disallineamento tra l'energia prodotta dal gas e l'energia prodotta in altra maniera e ripropone l'idea che l'Italia possa diventare un hub dell'energia nel mar Mediterraneo: "Questo è l'obiettivo principali per i prossimi cinque anni. Trecento milioni sono già stati stanziati per il collegamento tra Italia e Tunisia", sottolinea. 

La presidente del Consiglio poi analizza i passaggi relativi alla stretta sul reddito di cittadinanza e precisa ancora una volta che lo strumento resterà "per i non occupabili, per gli over 60 e per chi ha minori a carico". Per gli altri Meloni conferma che il reddito di cittadinanza sarà per soli 7 mesi nel 2023 e con l'obbligo di accettare un'eventuale offerta di lavoro. "Gli occupabili - prosegue Meloni - non potranno rifiutare un lavoro dignitoso, anche se non è il lavoro dei propri sogni. Se lo rifiutano, perderanno il reddito di cittadinanza".

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Infine un passaggio sulle polemiche legate all'utilizzo del Pos per i pagamenti. "Sulle piccole cifre le commissioni sul pos non possono essere a carico degli esercenti. Non è giusto. Tenterò una moral suasion per azzerare le commissioni bancarie per gli importi bassi. Altrimenti potrò applicare una tassa sull'extragettito per le commissioni bancarie su piccoli importi. I proventi della tassazione serviranno per aiutare gli esercenti".

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