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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'INTERVISTA

"Renzi ha vinto, la Cgil è finita": intervista a Giorgio Cremaschi

Il lavoro in Italia è peggiorato e i sindacati, che una volta erano i più forti d'Occidente, oggi sono sempre più ininfluenti. Ecco l'analisi di uno storico leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, che abbiamo intervistato: "Ci vuole una svolta radicale"

Dagli anni ottanta a oggi le tutele dei lavoratori si sono andate sgretolando e adesso il governo ha approvato il Jobs Act, che il premier Matteo Renzi ha sempre definito come il decreto per "aumentare le tutele dei lavoratori". Non la pensa così Giorgio Cremaschi, storico sindacalista Fiom, che nel suo libro "Lavoratori come farfalle. La resa più forte del sindacato", cerca di ricostruire un percorso politico, di cui Renzi sarebbe figlio e soltanto l'ultimo esponente.In questo meccanismo, innestato dalla fine degli anni settanta in poi, i sindacati sono stati complici, in particolare la Cgil, che negli anni settanta si appoggiava a uno dei partiti comunisti più influenti del "blocco occidentale" e aveva una forza politica che oggi abbiamo dimenticato.

Ma cosa significa essere "farfalle" per i lavoratori di oggi?

"E' una semplice metafora della precarietà. La farfalla diventa tale solo dopo tanti stadi (bruco, crisalide, pupa) e la sua vita effettiva dura pochissimo. E' una metafora della vita da precari: quando potrebbe esserci l'agoniata conferma questa non arriva. Il Jobs Act fa esattamente questo: nessuna tutela e il posto fisso diventa un miraggio, con in messo il rischio di un esubero o di essere licenziati. Una vera e propria inaccettabile schiavizzazione del lavoro"

Renzi in tutto questo è il solo colpevole?

"No: negli ultimi trent'anni il lavoro è sempre stato sotto attacco, semplicemente Renzi ha dato il colpo di grazia, facendo un enorme passo indietro. L'idea di flessibilità è reazionaria e fa passare l'idea che il lavoro in questi trent'anni abbia avuto talmente tante pretese da doverle ridimensionare. In realtà è successo esattamente il contrario"

Cosa è successo esattamente dalla fine degli anni settanta in poi? E che ha fatto Cgil?

"Cgil ha semplicemente accompagnato questo disastro nel cercare di combatterlo. Non solo perché è arrivata la globalizzazione o perché era destino. Non c'entra l'inevitabilità. Semplicemente la vittima ha iniziato a ragione come il suo carnefice, facendo delle scelte e passando dalla parte dell'impresa. Così si sono iniziate a condividere la competitività e il rigore che la finanza impone. Si è semplicemente accettato il compromesso senza più fare lotte. Il tutto per non perdere l'appoggio politico ed economico, che invece non c'è più. Basta pensare alle dichiarazioni di Renzi. Così ora il sindacato è stato abbandonato dall'alto (partiti) e dal basso (lavoratori). Avrebbe tutto l'interesse politico ed egoistico a lottare ma si è dimenticato come si fa. Intanto Renzi lo ha pure preso a schiaffoni"

Chi avrà il compito di tutelare i lavoratori?

"Il problema esiste. Non credo che un rinnovamento questa volta possa risolvere la situazione. Bisogna mettere assieme tutte le forze che rifiutano quel modello. Bisogna emanciparsi dagli anni ottanta, quello di Margaret Thatcher, che ben prima di Monti parlava di "lacrime e sangue" con il suo famoso slogan "There is no alternative". In questo Renzi è la continuità di questa forma di pensiero e rilancia il neoliberismo, perché è anche cresciuto in quegli anni. Fa parte di quella sinistra ogm, geneticamente modificata che, a parte qualche concessione sui diritti civili, ha adottato totalmente l'ideologia economica della destra"

Lei vede una soluzione? Un'alternativa a questo modello?

"Molti presupposti di quelli che una volta chiamavamo "società giusta" sono stati smantellati, senza più anticorpi. Anche se Renzi si spaccia come "figlio" lui oramai è "padre" perché c'è anche un'altra generazione più giovane di lui, che si affaccia e si affaccerà su questo mondo del lavoro sgretolato. Noi "nonni" la pensiamo in modo diverso e forse i "nipoti", che vivono e vivranno le conseguenze di tutto questo sulla propria pelle, dovrebbero allearsi con noi"

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