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Sabato, 27 Aprile 2024
L'inchiesta

Cos'è il "caso Santanché" e perché sta mandando in fibrillazione il Governo

Tutto parte da un'inchiesta della trasmissione di Rai3 'Report' che metteva in luce molte presunte irregolarità delle aziende controllate dal ministro che sono costate soldi e occupazione anche a diversi lavoratori. Tutti chiedono alla ministra di chiarire, ma Fdi la difende

Un piccolo terremoto che parte da un'inchiesta giornalistica. È quello che sta scuotendo in queste ore la maggioranza e che si accavalla ad altri dossier caldi che dividono i partiti di maggioranza come il Mes.  

Lunedì scorso, 19 giugno 2023, le telecamere di Report avevano documentato le molte presunte irregolarità delle aziende controllate dalla ministra del Turismo Daniela Santanché. L'inchiesta, chiamata ironicamente "Open to fallimento" puntava il dito soprattutto su due società riconducibili alla ministra: il colosso del biologico Ki Group e l'azienda editoriale Visibilia. I problemi legati a queste due aziende sarebbero molti: dal mancato saldo delle forniture a bilanci in rosso poco trasparenti, fino a lavoratori che ancora aspetterebbero la liquidazione.

Sotto i riflettori i debiti della Ki Group, l'azienda di alimentare biologico che Santanché avrebbe acquisito assieme all'ex compagno. La Ki Group avrebbe accumulato fino a 8 milioni di euro di debiti con i fornitori. Per scongiurare il fallimento i due avrebbero aperto una nuova società, la Ki Group S.r.l. La conseguenza? L'entrata in crisi di una società fornitrice l' AT&B. E il passaggio non sarebbe stato indolore: tra una società e l'altra ci sarebbero stati dei licenziamenti. I dipendenti hanni raccontato a Report di aspettare ancora il TFR, il trattamento di fine rapporto, che non sarebbe mai stato erogato. 

Nel caso della Visibilia S.r.l. a essere contestato legalmente c'è un caso di cassa integrazione per una dipendente che avrebbe però continuato a lavorare regolarmente. L'accusa è, in questo caso, quella di truffa ai danni dello Stato. Ma sono sotto i riflettori anche molte manovre "disinvolte" di compravendite e prestiti di cui si è occupata in maniera esaustiva Milano Today. 

Opposizioni all'attacco e la reazione di Santanché

La reazione del ministro non si sono fatte attendere con una nota: "Le vicende sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva e unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l'immagine e la reputazione della sottoscritta presso l'opinione pubblica. I responsabili della trasmissione televisiva erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie". 

Ma il contrattacco della ministra convince in pochi e il fatto che la ministra non abbia chiarito la vicenda in Parlamento agita l'opposizione, ma anche la maggioranza. "A tre giorni dalla nostra richiesta di venire in Parlamento a far luce sulle testimonianze choc dell'inchiesta di Report relativa alle sue aziende, la ministra Santanche' non solo si guarda bene dal chiarire, ma fa pure la gnorri.  Il governo sta vivendo un lampante impaccio con questa vicenda. Percio' ci domandiamo cosa aspetti la premier Meloni a prendere in mano la situazione, visto che anche Lega e FI chiedono alla ministra di riferire" riferisce una nota dei senatori cinquestelle.  

“Quello che sta emergendo su Daniela Santanchè è incompatibile con un solo minuto in più nel ruolo di Ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni. Giorgia Meloni non taccia, assicuri la credibilità delle istituzioni. Altrimenti è complice del loro discredito” twitta sui social Giuseppe Provenzano (PD). 

Ma a chiedere un chiarimento sono anche gli alleati di Governo: Romeo (Lega) auspica che ci sia un chiarimento in Aula, Mulé (Forza Italia) è costretto a smentire poche ore dopo le sue dichiarazioni rilasciate alla trasmissione "Un giorno da pecora". "Sara' lei, se ritiene, a precisare o intervenire nelle sedi che eventualmente riterra' opportune" ha precisato l'esponente forziste.

Ma l'impressione è che, al di là della diplomazia, la tensione resti alta e il caso imbarazzi non poco la maggioranza. Con Tommaso Foti, capogruppo Fdi alla Camera che prova a serrare le fila: “Quando uno dice che intende querelare Report, il chiarimento mi pare che ci sia già. Direi che Santanchè ha tagliato la testa al toro, poi ognuno può pensarla come vuole". Nessuna parola intanto da Giorgia Meloni. Un silenzio più eloquente di molte parole. 

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