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Lunedì, 29 Aprile 2024

Armstrong e il doping: "A quel livello nessuno poteva sottrarsi"

In un'intervista a cyclingnews.com il ciclista americano racconta di un vero e proprio "sistema" doping: "Sentivamo che non c'era altra possibilità"

Prima le scuse per aver alimentato la speranza delle vittime del cancro, malattia che lui ha superato. Poi il tentativo di spiegare cosa accadeva in quegli anni. "Ho dato loro speranze, ho fatto pensare che la storia era perfetta. Mi piacerebbe cambiare tutto questo, ma non posso". 

In un'intervista a cyclingnews.com Lance Armstrong ricorda come, nonostante la squalifica a vita per doping, non è mai stato trovato positivo ad un test antidoping. Non solo. "Non mi avrebbero mai trovato positivo" perché utilizzava un sistema "conservativo". 

Lo statunitense 41enne, oltre alla squalifica a vita, è stato privato anche dei suoi sette titoli al Tour de France, quando l'Usada, l'Agenzia Antidoping degli Stati Uniti, ha reso pubblica un anno fa l'indagine su di lui. A gennaio e dopo anni di richieste, il texano ha ammesso in un'intervista televisiva che effettivamente aveva preso delle sostanze proibite durante gran parte della sua carriera. 

L'ex ciclista si è detto anche dispiaciuto di essere stato aggressivo con i giornalisti che sospettavano di lui. "E' stato un tremendo errore". Lo statunitense ha poi assicurato di aver iniziato a doparsi nel 1995, dopo che arrivò nel 1993 e nel 1994 nel ciclismo, quello che ha denominato un "movimento tettonico", che ha elevato il livello del doping nello sport della bicicletta. 

Sentivamo che non c'era altra possibilità. Ovviamente c'era, saremmo potuti andare tutti a casa, ma sentivamo che per competere a quel livello non c'era un'altra opzione. 

Fonte: Cyclingnews.com →
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