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Venerdì, 26 Aprile 2024

Pietro Ichino: "La Lista Monti è più a sinistra del Pd"

L'intervista di Pietro Ichino, senatore Pd ora "montiano", al quotidiano Il Foglio

"La lista Monti non sarà un partito più piccolo del Pd, avrà anch'esso una vocazione maggioritaria secondo una bipartizione nuova e diversa rispetto a quelle del secolo scorso; e comunque andrà a finire sarà un'esperienza importante che aiuterà il Pd a irrobustirsi, avendo un benchmark su cui confrontarsi migliore rispetto a quello che ha avuto fin qui". Lo ha affermato Pietro Ichino, senatore del Pd passato alla lista Monti, intervistato dal Foglio.

"L'importante però - ha aggiunto - è che in questa vicenda non si inneschi il gioco consueto per cui chi lascia un partito viene squalificato da chi resta, e a sua volta chi lascia un partito reagisce squalificando i propri ex compagni".

"Se guardiamo l'operazione Monti con gli occhi dei giovani, delle donne e degli over 55 esclusi dal mercato del lavoro e di tutti gli outsider - ha detto ancora Ichino - oserei dire che l'agenda Monti è più dalla parte dei deboli e degli ultimi di quanto non sia il programma del Pd".

Il senatore del Pd è poi tornato ad attaccare direttamente il leader democratico Pier Luigi Bersani. "Per quanto riguarda l'agenda Monti ci sono molte cose su cui sono d'accordo, mentre su altre ho qualche riserva. Ma quello che mi sembra grave in tutto questo è che Bersani non corregga esplicitamente Stefano Fassina, ovvero, insisto, il suo responsabile dell'economia, non uno qualunque, quando dice il contrario di quello che Bersani dice in Europa ai nostri partner".

"Fassina - ha sottolineato il giuslavorista - dice che l'operato del governo Monti è l'adempimento di impegni sciagurati, irresponsabilmente assunti dal governo precedente; e che occorre immediatamente cambiare strada, chiedere la rinegoziazione di quegli accordi. La verità è che se davvero un nuovo governo di centrosinistra partisse in questo modo taglierebbe l'erba sotto i piedi a Mario Draghi e a tutti quelli che in Germania hanno fatto sponda a Monti in quest'ultimo anno. L'Italia, in sostanza, perderebbe un'occasione irripetibile di attivare un processo di allineamento ai migliori standard europei, e rischierebbe di ricadere in una crisi economico-finanziaria grave, e i miei amici riformisti del Pd sanno perfettamente che questo è un punto chiave per il futuro non solo del centrosinistra ma di tutto il paese".

"In questo senso - ha affermato Ichino - ci si può battere per tenere il governo saldamente sul versante giusto rispetto allo spartiacque fondamentale sia restando nel Pd, sia sostenendo la nuova forza politica che sta nascendo intorno all'agenda Monti".

Secondo Pietro Ichino "viste le contraddizioni nella linea del Pd, credo che oggi il modo più efficace per conseguire l'obiettivo sia quest'ultimo, andare con Monti, e credo che questa sia una scelta da fare in modo laico, senza atti di fede e senza fatwe. Tenendo conto che le due forze politiche, nella prossima legislatura, dovranno necessariamente collaborare tra loro per arginare il populismo anti europeista montante".

Questo discorso vale pure per Renzi? "Certo. Anche se nel suo caso - ha spiegato ancora il senatore fuoriuscito dal Pd - valgono alcuni impegni personali come quello di sindaco di Firenze. Per tutti gli altri vale invece il discorso che facevo prima sulla profonda ambiguità sulla Carta degli intenti".

Fonte: Il Foglio →
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