Radio Maria ha incassato due milioni di euro di fondi statali: "Senza senso"

Radio Maria, finita nella bufera per le vergognose frasi sul terremoto, prende dallo Stato italiano più soldi di qualsiasi altra emittente. Lo racconta oggi Repubblica. Radio Maria è un'emittente radiofonica cattolica italiana fondata nel 1982 ad Arcellasco d'Erba.

L'emittente che si permette di annunciare solennemente che il terremoto che ha squassato il Centro Italia non sarebbe altro che "il castigo di Dio" per la legge sulle unioni civili, negli ultimi tre anni ha incassato due milioni e 90 mila euro nel triennio a titolo di "mero sostegno", in base a una legge di 18 anni fa varata per sostenere le emittenti locali che però le assicura un canale privilegiato.

Uno scandalo? Giudicate voi. Radio Maria gode di un trattamento privilegiato nella distribuzione delle sovvenzioni pubbliche per un codicillo contenuto nella legge 448 del 1998 - al comma numero 190 dell'articolo 4, precisamente - che assegna il 10% dei contributi destinati alle radio locali alle "emittenti nazionali comunitarie", ovvero quelle che non hanno fini di lucro. Le "emittenti nazionali comunitarie" sono solo due: Radio Maria e Radio Padania.

Quali regole devono rispettare, queste due radio privilegiate, per incassare il contributo statale? 

Nessuna. Devono solo "essere in regola con il pagamento del canone, calcolato nella misura dell'1 per cento del fatturato annuo". Per il resto, possono mandare in onda quello che vogliono. Non hanno alcun dovere di svolgere un servizio pubblico.