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Venerdì, 26 Aprile 2024

Agrigento, ragazzo cambia sesso: "Ma ora devo lasciare la Sicilia"

Su AgrigentoNotizie la storia di un 19enne che ha scelto di diventare una "lei". Ora deve scontrarsi con le offese e gli attacchi della gente: "Qui le persone sono bigotte e ignoranti. Devo solo ringraziare la mia famiglia. Andrò via, qui non cambierà mai nulla"

Vuole andare via da Agrigento e lo farà nel più breve tempo possibile: "Questa città non è pronta - o non vuole esserlo - ad accettare la mia scelta di cambiare sesso". Lui oggi si chiama Giorgia, nome di fantasia per mantenere il suo anonimato. Ha 19 anni, è agrigentino e diversi mesi fa ha iniziato la cura ormonale per diventare donna. Prima di allora aveva un nome da uomo, vestiva da uomo e faceva le cose da uomo. Poi ha deciso di perseguire il suo sogno: diventare una  "lei". Ha così iniziato il percorso. Oggi ha i tratti di una donna ed ha deciso di raccontare la sua storia ad AgrigentoNotizie.

"Ho avuto la fortuna di avere una famiglia – ci dice - che ha prima capito le mie ragioni e poi appoggiato la mia scelta. Anche i miei amici, quelli di sempre, sono rimasti al mio fianco". Ma Giorgia non ha intenzione di rimanere ad Agrigento. Questa città le sta "stretta". E non perché sente la necessità di vivere in una grande metropoli, ma perché è costretta a scontrarsi quotidianamente con la mentalità tradizionalista della gente. "Non c'è volta – racconta Giorgia - che non mi senta osservata e indicata. La gente mi guarda e poi parla sottovoce. Questo succede con gli estranei, ma anche con quelli che si definiscono amici. Purtroppo a volte è più forte di loro: in tanti non riescono ad accettare questa mia scelta. Eppure basterebbe spostarsi soltanto a Palermo per accorgersi che le persone che fanno la mia scelta sono tenute in considerazione come persone 'normali', senza risatine o discorsi all'orecchio. Sembra brutto dirlo, ma è così".

Ma i problemi di Giorgia non si fermano alle occhiate o alle risatine sottovoce. A volte sconfinano anche in veri e propri casi di omofobia. "Da quando ho i tratti di una donna, ciò non accade più. Ma soltanto qualche giorno fa – racconta ancora la 19enne - in un locale di Agrigento, un mio amico omosessuale è stato preso di mira da un gruppo di ragazzi che, senza farsi troppi problemi, ha urlato parole volgari e offensive nei suoi confronti. Siamo stati costretti più volte a chiamare la polizia o i carabinieri e ad andare via dai locali e dalle discoteche per colpa di stupidi balordi, che a me piace definire ignoranti e bigotti".

Ma se Giorgia è riuscita a trovare la forza di fare questo passo e di non curarsi degli "attacchi", ci sono altri ragazzi che scelgono di rimanere chiusi in casa. "Anch'io in passato, dopo alcuni episodi di questo tipo, sono rimasta a casa per diversi mesi senza uscire nemmeno per fare la spesa. Poi, grazie alla mia famiglia, ho trovato la forza di andare avanti e di fregarmene di quello che dicevano. Ma conosco ragazzi che questa forza non la trovano, sia per incomprensione da parte della famiglia, sia per carattere. E così restano chiusi in casa, rischiando di cadere giovanissimi in forte depressione. E questo per cosa? Per colpa di una stupida e antica mentalità".

Giorgia ha anche provato a cercare lavoro, ma senza riuscirci. "Ho presentato un curriculum in un negozio di abbigliamento di Villaggio Mosè. Ebbene, mi hanno risposto che non mi avrebbero presa 'perché non sappiamo cosa può pensare la gente trovandoti qui a lavorare'. Siamo da terzo mondo. Agrigento sotto questo punto di vista è come se fosse un villaggio di cento anni fa, dove si sente quasi il bisogno di parlare e sparlare di tutto e tutti. Qui non è possibile farsi una vita".

Fonte: Agrigento Notizie →
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