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Domenica, 28 Aprile 2024
Lo studio

Cancro, scoperto un vaccino che istruisce le difese immunitarie

Il lavoro è stato condotto grazie anche al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro

Importante passo avanti nella lotta contro il cancro. Alcuni ricercatori italiani hanno realizzato un vaccino anti-cancro in grado di istruire e rendere riconoscibili le cellule tumorali al sistema immunitario. Il lavoro è stato condotto grazie anche al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Le caratteristiche del vaccino sono state illustrate su Science Translational Medicine dai ricercatori del laboratorio Armenise-Harvard di immunoregolazione presso l'Italian Institute for Genomic Medicine (Iigm) e della biotech italo-svizzera Nouscom.

Come funziona il vaccino anti-cancro

Il vaccino entra in circolo nel sistema immunitario, riuscendo a potenziare la risposta contro il cancro e anche l'efficacia dei farmaci immunoterapici, contrastando i fenomeni di resistenza a questi trattamenti. Allo studio ci sono diverse strategie: tra le tante c’è quella dell'RNA messaggero che conosciamo bene perché utilizzata anche da alcuni vaccini contro il Covid-19. Il vaccino in questione usa un adenovirus di gorilla, reso innocuo, per trasportare diversi tratti delle cellule tumorali contro cui indirizzare il sistema immunitario.

Grazie al vaccino si registra un aumento di alcune cellule immunitarie in grado di identificare e uccidere le cellule infettate da virus o tumorali. Si tratta di una particolare popolazione di linfociti CD8+ con caratteristiche simili alle cellule staminali, che riesce a sfuggire ai meccanismi di esaurimento a cui di solito vanno incontro le cellule immunitarie esposte cronicamente al cancro. Si crea così una riserva capace di combattere la malattia.

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L’efficacia del vaccino si è protrae per circa 2 anni

Positivi i risultati di uno studio clinico effettuato su 12 pazienti affetti da un sottotipo di tumore del colon (definito con instabilità dei microsatelliti) in fase metastatica. Ai malati, oltre al vaccino, è stato somministrato un farmaco immunoterapico appartenente alla famiglia degli inibitori dei checkpoint immunitari. In alcuni pazienti l'efficacia del vaccino si è protratta per circa due anni.

“Abbiamo capito qual è il meccanismo di azione che determina l'efficacia del vaccino: grazie a questa aumentata conoscenza possiamo trasformare le nostre analisi sperimentali in terapie mirate più precise per ogni paziente", spiega Luigia Pace, direttrice del laboratorio di immunoregolazione Armenise-Harvard con sede presso l'Irccs Fondazione del Piemonte per l'Oncologia di Candiolo. "Inoltre, considerato che la tecnica per realizzare questi vaccini è decisamente collaudata e che i dati ottenuti nella prima sperimentazione clinica sono molto promettenti, si prospetta la concreta possibilità di creare nuovi vaccini efficaci contro molti altri tipi di cancro", conclude.

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