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Sabato, 27 Aprile 2024
Clima e salute

Un clima che uccide

Le anomalie metereologiche e l'inquinamento aumenteranno la mortalità dell’8% a Roma e del 6% a Milano. La ricerca di Enea spiegata bene

Caldo e freddo estremi uccidono migliaia di persone ogni anno, anche nel nostro Paese. Lo stesso fa l’aria inquinata, provocando tumori, problemi respiratori, infarti e ictus. E con il clima che cambia, anche l’impatto delle temperature e dell’inquinamento sulla salute degli italiani è destinato a modificarsi. Un nuovo studio Enea rivela cosa potrebbe succedere nelle due principali città della penisola. E i risultati non fanno che ricordare l’urgenza con cui dovremmo agire in difesa del clima: a Roma e Milano – si legge nella ricerca pubblicata su Science of the Total Environment – si rischia un aumento della mortalità rispettivamente dell’8 e del 6% entro il 2050, in assenza di misure concrete per ridurre le emissioni.

Lo studio, realizzato sfruttando il potere di calcolo del supercomputer CRESCO, è partito da un calcolo della mortalità nelle due città negli anni compresi tra il 2004 e il 2015. I ricercatori Enea hanno quindi ottenuto i dati relativi alle temperature registrate a Roma e Milano durante lo stesso periodo, e quelli sulle concentrazioni di particolato PM10 e di ozono nell’aria. E con queste informazioni hanno costruito un modello che permette di valutare l’impatto delle condizioni climatiche e di qualità dell’aria sulla mortalità di un’area metropolitana.

Il modello è quindi stato applicato alle condizioni che saranno presenti a Roma e Milano nel 2050 in due degli scenari elaborati dall’Intergovernmental Panel on Climate Change: quello più sostenibile, in cui l’aumento delle temperature medie globali nel 2100 non supererà 1,5 gradi; e quello peggiore, in cui le emissioni continueranno ad aumentare come visto fino ad oggi, e l’aumento raggiungerà i 3,3 – 4,9 gradi.

Guardando ai risultati dello scenario peggiore, nel 2050 a Roma si potrebbero raggiungere i 591 decessi l’anno nei mesi estivi, con un aumento dell’8% rispetto alla situazione attuale. Una crescita legata agli effetti delle temperature sempre più elevate, e anche dei livelli di azoto troposferico, che raggiungono un picco proprio nei mesi più caldi. Anche a Milano si stima che la mortalità aumenterà in estate in corrispondenza con l’arrivo di temperature medie sempre più alte. Ma rimarrà comunque più elevata nei mesi invernali (come si osserva anche oggi) quando a causare i decessi sono le temperature sotto la media e l’aumento della concentrazione di PM10, legato all’accensione dei riscaldamenti e alla presenza di condizioni atmosferiche che facilitano la stagnazione dell’aria.

Tra temperature e inquinamento atmosferico, saranno le prime ad avere gli effetti maggiori in termine di aumento della mortalità. Soprattutto nella popolazione over 85, più vulnerabile allo stress da caldo/freddo, a colpi di calore e disidratazione, all’insorgenza o il peggioramento di patologie respiratorie e cardiovascolari. Secondo lo studio, a Roma nel 2050 il numero di decessi dovuti alle temperature più alte (e concentrato principalmente in estate) tra gli over 85 sarà di circa 312 casi su 1.398 annuali (il 22% quindi), mentre a Milano saranno 971 i decessi imputabili alle temperature più basse durante l’inverno, su un totale annuale di 1.057.

Non tutto è perduto, comunque. Con i dovuti sforzi, le previsioni relative allo scenario di emissioni peggiore potrebbero essere scongiurate. E limitando i cambiamenti climatici al minimo, potremmo ridurre anche i loro effetti sulla nostra salute: nello scenario migliore dell’Ipcc (in cui l’aumento globale rimane sotto il grado e mezzo) l’aumento di mortalità risulterebbe infatti più basso di 8 volte a Roma e di 1,4 volte a Milano rispetto a quanto stimato per quello peggiore.

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