Un team di astrofisici è arrivato alla conclusione che quasi la metà del nostro corpo ha origine cosmica. Il gruppo di ricerca guidato da astrofisici della Northwestern University dell'Illinois grazie ad innovative simulazioni al calcolatore, ha scoperto come la materia della nostra galassia non è composta solo da elementi autoctoni, ma anche da molti atomi provenienti da galassie lontane.

Metà della materia che compone la Via Lattea proviene da galassie lontane: pulviscolo stellare originato da esplosioni di stelle vecchie che riempie lo spazio dell'Universo. Una supernova da sola sprigiona migliaia di miliardi di tonnellate di atomi spediti nelle galassie vicine sotto forma di nubi che viaggiano a centinaia di chilometri al secondo.

Il "motore" del trasferimento intergalattico sarebbero proprio le raffiche di vento scatenate dalle esplosioni di supernova.  Secondo lo studio la nostra galassia assorbe ogni anno una quantità di polveri pari al peso del Sole. E sono proprio le esplosioni di supernove a disseminare lo spazio di gas e polveri. 

"Vista la quantità di materiale che viaggia nello spazio - dice Daniel Angles-Alcazar capo del team - in un certo senso ciascuno di noi può considerarsi un viaggiatore spaziale o un migrante extragalattico in quella che pensiamo sia la 'nostra' galassia". 

Come spiega Stefano Parisini dall'istituto nazionale di Astrofisica il trasbordo intergalattico è un processo che si è svolto lungo un arco temporale di miliardi di anni, alimentato dalle esplosioni di supernova. Le simulazioni hanno infatti evidenziato che le esplosioni di supernova espellono una copiosa quantità di gas dalle galassie all’interno di cui esplodono, producendo potenti raffiche di “vento galattico” che trasporta gli atomi da una galassia all’altra. Il trasferimento intergalattico è un fenomeno identificato solo di recente, ma le simulazioni indicano che sarà fondamentale per comprendere fino in fondo l’evoluzione delle galassie.